La Campania porta a segno un risultato importante: la vice presidenza nazionale di Agia, l’Associazione Giovani Imprenditori Agricoli di Cia, che viene assegnata a Liana Agostinelli. Originaria della Valle del Fortore- Campania interna, Liana Agostinelli è una giovane imprenditrice impegnata nel campo della cerealicoltura e dell’ortofrutta, attualmente indaffarata nella produzione del datterino di collina a secco. E’ al secondo mandato sia in qualità di presidente regionale Agia che nella giunta nazionale.
Il suo impegno decennale all’interno della Confederazione Italiana Agricoltori, oggi la porta al fianco del presidente Enrico Calentini, per guidare l’associazione nei prossimi anni. La nomina del nuovo organo direttivo è avvenuta a Roma in occasione dell’Assemblea elettiva straordinaria con i delegati dei 41 mila iscritti di Agia-Cia. Liana Agostinelli insieme a Martina Codeluppi, Luca Bianchi e Riccardo Randello sono stati indicati a guidare un percorso determinate, nel solco della continuità, caratterizzato dalla transizione green e digitale. “Puntiamo tutto sul ricambio generazionale in agricoltura” ha commentato all’indomani della nomina nazionale.
“Per coinvolgere i giovani è necessario investire sulla formazione, tale da consentirci di avere gli strumenti giusti per guidare la transizione ecologica e digitale nel settore primario. In questa partita sono determinanti le aree interne, dove arrivano il maggior numero di risposte in termini di ricambio generazionale e che hanno però bisogno di maggiore supporto per emergere ed essere competitivi tanto quanto possono esserlo i giovani che fanno impresa nelle aree costiere”. La Pac scommette proprio su questo aspetto e agevola il ricambio generazionale, “che si è una risposta allo spopolamento delle aree interne, ma che deve rappresentare il punto di partenza per affidare ai giovani agricoltori un ruolo attivo nella società. Noi di Agia vogliamo ribaltare il paradigma. Gli agricoltori non sono semplici produttori di cibo: siamo i detentori della produzione del cibo sostenibile, della qualità, l’ecologia, della tradizione che diventa innovazione” conclude.