Con una riduzione del 18 per cento dell'affluenza nel mese di luglio i dati dell'osservatorio delle Povertà e delle Risorse della Caritas lascerebbero immaginare una tregua almeno sul fronte dell'emergenza 'economica'. Ma pur essendo rientrati i dati dello scorso anno, purtroppo la ripresa appare ancora lontana. E il lavoro, ovviamente resta il problema principale. Ad analizzare i numeri emersi relativi allo scorso mese è la responsabile dell'osservatorio, la dottoressa Maria Pia Mercaldo: “Sicuramente è rientrata l'emergenza che abbiamo conosciuto l'anno scorso, però i numeri dell'affluenza non sono sicuramente confortanti. Siamo tornati ai livelli degli anni passati, ma con un dato in più: tutte le persone che abbiamo incontrato nel 2020 e che non erano mai entrate in Caritas molte sono diventate utenti stabili. Persone che hanno risentito dell'emergenza covid e si sono ritrovate in difficoltà, mentre in passato riuscivano a sostentarsi autonomamente. In linea di massima però la situazione è rientrata”.
Problemi, pertanto, che partono da lontano e che la pandemia sembra aver ulteriormente complicato: “Noi ci stavamo riprendendo dalla crisi del 2008, poi con l'emergenza covid è peggiorata la situazione. Per cui – precisa la responsabile dell'osservatorio delle Povertà e delle Risorse - chi già si trovava in una situazione di criticità ha continuato ad avere difficoltà e chi non lo era si è ritrovato a dover accedere e richiedere aiuto alla Caritas”.
E dunque, anche se gli accessi al centro d'ascolto restano stabili le difficoltà restano: “I dati sono simili ai mesi scorsi con circa 200 persone, con la differenza che adesso ci sono persone che non erano mai state in Caritas e che abbiamo conosciuto nel periodo più difficile della pandemia”.
L'auspicio ora che è chi per la prima volta è dovuto recarsi in Caritas per chiedere aiuto “possa reinventarsi, che nel lungo periodo la situazione possa cambiare”.
Ma come detto il livello occupazionale resta il problema principale: “Tra i bisogni espressi da sempre - osserva Maria Pia Mercaldo – al primo posto troviamo i bisogni occupazionali, purtroppo ci sono tantissimi disoccupati di lunga durata. Ci sono persone che hanno perso il lavoro anni fa e non sono riuscite negli anni a recuperarlo”.