Commercio, Romano: "Non tutti riapriranno"

Il presidente Confcommercio: "C'è tanta voglia di riprendere ma per alcuni misure insostenibili"

commercio romano non tutti riapriranno
Benevento.  

La speranza di poter presto tornare alla normalità è forte, al punto da far dimenticare anche se solo per qualche istante le difficoltà di questo periodo. Il commercio anche nel Sannio spera nelle riaperture di lunedì prossimo per risollevare le sorti del settore. Anche per chi è stato aperto in questo periodo la situazione non è certo rosea, ma restare ottimismi sembra oggi più che mai necessario. Nonostante tutto. Nonostante la preoccupazione per le spese che “prima o poi bisognerà pagare” e per il timore che pur riaprendo le vendite saranno comunque ridotte.

“Ad oggi non c'è ripresa, ovviamente siamo ottimisti perché dobbiamo andare avanti finché possiamo ma sarà difficile e questa sarà la prova più dura per noi commercianti”, racconta un commerciante del corso Garibaldi. E sempre in centro anche chi ha continuato a lavorare spera nelle riaperture per “tornare alla normalità o comunque sperando che sia meglio di questo periodo. Il corso era deserto”.

Ed ancora: “Dobbiamo in tutti i modi cercare di andare avanti. L'economia non si può fermare”. Di qui l'appello ai cittadini ad “acquistare nei negozi della città”.

L'entusiasmo non manca, la voglia di ripartire c'è ma secondo la Confcommercio non tutti lunedì riusciranno ad alzare la serranda: “C'è tante voglia di riprendere da parte di tutti i lavoratori e di tutti i comparti produttivi. Sicuramente tutti cercheranno almeno nei limiti del possibile di riaprire – commenta Nicola Romano, presidente della Confcommercio di Benevento - ma ci sono alcune attività che per causa di forza maggiore saranno costrette almeno per il momento, in base alle norme che sono state varate, a non aprire. Tanti piccoli ristoranti, tanti piccoli bar che pur facendo sempre il sold out non riuscirebbero a coprire i costi. Questo è un problema grave, un problema che il comparto sta ponendo in modo deciso. Nell'ultimo decreto non ci sono misure precise quantomeno per mantenere in piedi queste attività”. Secondo l'esponente dell'associazione di categoria dunque servirebbero misure “più specifiche andando ad analizzare quei settori che forse avevano bisogno di un supporto particolare dovuto e condizionato proprio dalle norme sanitarie”.