Il binomio Sannio – Falanghina negli ultimi anni sta dando risultati straordinari. E' uno dei vini più bevuti e apprezzati in Italia e in Europa, quest'anno viene celebrata assieme al Sannio che ha resto capitale europea del vino facendo da testimonial per il territorio, ma bisogna tutelarla.
E' quanto emerge dall'intervista a Marco Giulioli, enologo che segue i mille viticoltori della Guardiense, uscita sul quotidiano “La Repubblica”.
I cambiamenti climatici mettono a rischio la Falanghina, ha spiegato Giulioli, “La falanghina del Sannio sino ad oggi per maturare ha avuto bisogno di 2.100 gradi Winkler, che è l'indice della quantità cumulata di calore necessaria per portare l'uva a maturazione. I modelli climatici ci dicono che in Valle Telesina questo indice toccherà valori intorno a 3.000 nel giro di pochi decenni. Come reagiranno le piante noi non lo sappiamo. Di certo, ci sarà bisogno di irrigazioni di soccorso, non per produrre di più, ma per mantenere la qualità. È una pratica che in California è già d'obbligo, per l'Italia è una novità, e comunque bisognerà anche capire, in uno scenario di scarsità idrica, quest'acqua dove e come andremo a prenderla. La nostra falanghina è già cambiata. Rispetto a quindici anni fa la vendemmia è anticipata di due settimane, un'eternità. E i grappoli arrivano a raccolta con un grado zuccherino più alto, e un profilo acidico più basso. Più alcool e aromi, meno acidi, questo significa un gusto più moderno e vicino alle preferenze del consumatore".
Falanghina, è allarme clima: "Il nostro vino sta cambiando"
L'enologo sottolinea come i cambiamenti climatici possono mettere a rischio il vitigno
Benevento.