Ferraro: "Così la burocrazia frena le imprese" - VIDEO

Il Presidente Ance: "Dal 2008 abbiamo perso 120 aziende per 720mila posti di lavoro"

Benevento.  

“Mio padre da solo negli anni 70' e 80' faceva quello che noi oggi siamo costretti a fare in otto persone per portare avanti il sistema burocratico che attanaglia il processo produttivo”. Mario Ferraro è un imprenditore di seconda generazione nonché attuale presidente provinciale Ance di Benevento, per lui oltre ai dati, che pure mostrano una forte penalizzazione per il settore, la tanta, troppa burocrazia di oggi comporta un fattore difficile da sopportare: “Oltre ad avere un'incidenza del 10 per cento dell'utile delle imprese, la cosa più grave è la mancanza di dignità per l'imprenditore edile, la mancanza di voglia di aprire i cantieri con tutte le problematiche da affrontare. Parliamo di ritardi nei pagamenti, ritardi per i permessi, in quanto basta considerare che per aprire un'impresa ci vogliono 65 passaggi per 26 sportelli. Per i permessi 39 file con un costo per gli imprenditori di 18mila euro. Una trafila così lunga che si ripercuote anche sull'inquinamento”. Numeri rispetto ai quali il presidente dei costruttori sanniti sottolinea: “Abbiamo constatato che gli adempimenti burocratici richiesti oggi richiedono la metà del tempo rispetto all'esecuzione dell'opera e a tutti i processi di costruzione”. 
Ma i dati forniti dall'Ance consentono anche una riflessione più ampia sul sistema produttivo: “Dal 2008 – rileva Ferraro - in Italia abbiamo perso 120 mila imprese con una riduzione di circa 720mila posti di lavoro. Sono tasselli importanti che abbiamo perso nel corso degli anni e che non recupereremo più”. 
E pensando alle soluzioni possibili il presidente dei costruttori non ha dubbi: “Non è facile, ma a mio avviso bisognerebbe rifare il sistema. In 70 anni siamo stati capaci di metterci in una rete che a volte nemmeno con la giurisprudenza è possibile districare”. Di qui l'auspicio: “Sbloccare i cantieri darebbe lavoro a 400mila persone con un indotto di 94miliardi di euro che sono equivalenti a circa tre finanziarie del nostro sistema statale”. 
Intanto è necessario poter guardare al futuro con maggiore positività per le imprese e per i giovani che si affacciano a questo lavoro: “Serve più fiducia, per questo noi stiamo puntando sull'innovazione per guardare al futuro”.