Taglio pensioni d'oro: a Benevento sono solo 90 i "paperoni"

Nel Sannio si produrrebbe un risparmio di soli 400mila euro sul miliardo ipotizzato dal Governo

Benevento.  

Il governo Lega – Cinque Stelle ha dato via libera alla manovra 2019, ora sarà inviata comunicazione a Bruxelles e poi sarà il Parlamento a decidere. Tra le misure per recuperare i fondi necessari per reddito di cittadinanza e quota 100, com'è noto c'è il taglio delle pensioni d'oro, una sforbiciata che riguarderà i trattamenti sopra i 4500 euro netti al mesi nella parte in cui la somma non è coperta da contributi pagati.


Quanto inciderà il taglio sui trattamenti pensionistici dei sanniti? Poco, ed era un dato già desumibile senza far calcoli poiché, com'è ben noto, quella di Benevento è una delle province italiane dove i trattamenti pensionistici sono tra i più bassi, tant'è che nella stragrande maggioranza dei casi i pensionati sanniti prendono l'assegno minimo e rimpinguano il trattamento con le pensioni d'invalidità.


Ma i pensionati “d'oro”, così come individuati in manovra, ci sono. Stando alle statistiche dell'Istat infatti nel Sannio ci sono in totale 117mila pensionati, di questi oltre 75mila percepiscono trattamenti che vanno dai 250 ai 750 euro mensili, altri 40 mila percepiscono fino a 3000 euro, solo 2200 persone superano i 3000 euro al mese di trattamento.


Anche in questa fascia, superiore ai 3000 euro tuttavia, c'è una buona parte che pur prendendo assegni decisamente ricchi sono risparmiati dalle sforbiciate del Governo.
Dovrebbero essere infatti circa 90 i titolari di assegni che superano i 4500 euro individuati dal Governo come soglia oltre la quale abbattere la scure statale, lo 0,08 per cento del totale dei pensionati.
E calcolando un taglio medio dell'8 per cento su questo tipo di trattamenti i calcoli parlano di un risparmio di 400mila euro per la sola provincia di Benevento: una partecipazione sannita praticamente nulla al risparmio da 1 miliardo ipotizzato dal governo gialloverde dunque.

Cristiano Vella