La Uil rende noto che a marzo 2015 le retribuzioni restano ferme su base mensile e in aumento dell'1% su base annua. L'indice delle retribuzioni contrattuali orarie risulta, secondo i dati diffusi dall'Istat, invariato rispetto al mese precedente e aumenta dell'1% nei confronti di marzo 2014. Complessivamente, nei primi tre mesi del 2015 la retribuzione oraria media è cresciuta dell'1% rispetto al corrispondente periodo del 2014.
Quanto ai principali macrosettori, a marzo le retribuzioni contrattuali orarie registrano un incremento tendenziale dell'1,5% per i dipendenti del settore privato e una variazione nulla per quelli della pubblica amministrazione.
E’ assurdo che in un paese civile i contratti dei dipendenti pubblici siano bloccati, per legge, da sei anni; che solo per le donne dei settori pubblici l’età pensionabile sia stata portata in un solo giorno da 61 a 65 anni; che i dipendenti pubblici paghino pegno anche sulla malattia; che non beneficino della tassazione ridotta sul salario accessorio né, di fatto, delle agevolazioni previste per chi svolge lavori usuranti (beneficio riservato ai soli autisti scuolabus!); che, nella quasi totalità dei casi, siano oggetto del “sequestro” della liquidazione per 24 mesi.
“Questa guerra contro il dipendente pubblico – dichiara Fioravante Bosco, segretario generale aggiunto della Uil Av/Bn - sta producendo il solo effetto di impoverire centinaia di migliaia di lavoratori, con la drastica riduzione del loro potere di acquisto. Di questa situazione, a lungo andare, ne risentiranno anche gli utenti dei servizi pubblici. Pur non avendo la stessa forza comunicativa del premier Renzi, che riesce a far passare ogni demagogico messaggio, basta riferirsi a scuola e legge elettorale, porteremo avanti una campagna di informazione capillare, uscendo anche dai luoghi di lavoro, attraverso assemblee pubbliche nelle piazze”.
Redazione