«Vorrei sapere quando si riunirà la Commissione consiliare per discutere del regolamento della Consulta delle Contrade per poi comunicare il suo parere, poiché i consiglieri sono in possesso del regolamento dall’ultimo consiglio comunale». A parlare è l’assessore all’agricoltura di Apice Filippo Iebba in merito alla costituzione della Consulta delle Contrade. Dopo infatti gli incontri nelle zone rurali promossi dall’amministrazione Albanese, al fine di esporre ai cittadini il progetto della costituzione di una Consulta di cui ne faranno parte i rappresentati delle contrade, si punterà a stabilire un rapporto di collaborazione tra l’Ente e le zone interessate. «Ora- commenta l’assessore Iebba- il regolamento comunale per la consulta delle contrade dovrà essere discusso nella Commissione e poi portato in Consiglio comunale. Cosa che ancora non avviene». Anche perché molto probabilmente a giorni sarà convocato il prossimo Consiglio comunale. «Spero che dopo l’ok della Commissione – riprende Iebba - sia poi approvato durante la prossima Assise.Dopodiché si avvierà la costituzione della Consulta». Green Economy, turismo rurale, agricoltura integrata a basso impatto ambientale, insieme a viabilità, costruzione di acquedotti e pulizia dei fronti furono i temi affrontati durante i tre incontri che si svolsero nelle contrade. Nacque anche una polemica in merito al Regolamento tra l’attuale segretario del Partito Democratico Raffaele Bonavita e l’assessore Iebba. Bonavita infatti, non soddisfatto del regolamento, dichiarò che «Sarà il nostro gruppo consiliare a presentare una proposta per modificare lo stesso e di conseguenza il regolamento della Consulta. Ho avuto modo di leggere il regolamento e non l’ho trovato molto democratico, in quanto i membri vengono eletti dal Consiglio comunale e invece dovrebbero essere eletti dagli stessi abitanti delle contrade, se no diventano dei piccoli feudi dell’Amministrazione. Per me dovrebbero votare gli stessi residenti. Per il resto, da come sta scritto, va bene. Sono i metodi per scegliere i rappresentanti della consulta che sono aleatori».
di Michele Intorcia