Con una sentenza della Corte di Appello di Napoli, Terza sezione civile, del 3 marzo scorso, l’ex sindaco Raffaele Giardiello è stato condannato al pagamento di 11mila e 400 euro a favore della ditta individuale “Commercio Carburanti Pasquale Cecere”. La vicenda ha inizio con un atto di citazione innanzi al Tribunale di Benevento, quando Pasquale Cecere convenne in giudizio il comune di Apice, in persona del Sindaco pro-tempore, chiedendone la condanna al pagamento di 11mila e 400 euro, a titolo di corrispettivo per forniture di gasolio commissionategli, ( nel frattempo l’amministrazione era cambiata, con l’attuale gestione Albanese). Di conseguenza il comune di Apice si costituì resistendo alla domanda e chiedendo il rigetto, mentre Raffaele Giardiello si costituì «Eccependo la propria estraneità ai fatti di causa, per non aver mai personalmente ordinato la fornitura di carburante». Con sentenza numero 1589/2010 il Tribunale di Benevento rigettò le domande e compensò le spese di lite. Dopo tale sentenza Pasquale Cecere ha proposto appello avverso alla sentenza del Tribunale di Benevento appellandosi alla Corte di Napoli che gli ha dato ragione. La Corte infatti ha riconosciuto che tra Ente e ditta non sussiste, nel caso in esame, un contratto stipulato in forma scritta. In particolare, la richiesta di fornitura per il riscaldamento a firma del sindaco Raffaele Giardiello, non integra il requisito di forma scritta, costituendo una mera richiesta unilaterale, peraltro priva dell’indicazione delle condizioni d’acquisto. D’altra parte –continua la sentenza – nessuna delle parti, e in special modo l’odierno appellante (Cecere), ha mai allegato l’esistenza di un contratto “aperto” di fornitura nell’ambito del quale inserire i singoli ordini. In sostanza non vi era l’esistenza di atti amministrativi a norma di legge, pertanto la Corte di Appello ha stabilito che l’ex sindaco Raffaele Giardiello dovrà pagare personalmente e con il patrimonio tale fornitura. L’ex sindaco può comunque chiedere l’arricchimento all’Ente, ma sempre dopo che avrà pagato gli 11mila e 400 euro, dando prova che le spese sono state utilizzate per una pubblica utilità, come ad esempio il riscaldamento della Scuola. Anche se, molto probabilmente, non gli verrà data l’intera somma corrisposta, ma solo una parte. La sentenza apre anche un ulteriore scenario, quello dell’Osl, anche se va approfondito. Nella sentenza infatti si legge che: «Va, infine, dato atto che, all’udienza di precisazione delle conclusioni, l’appellante ha prodotto una nota con la quale il Presidente della commissione straordinaria di liquidazione del comune di Apice, riscontrando la relativa richiesta avanzata dall’appellante, lo informa che il credito di 11mila e 400 euro è stato inserito nella massa passiva del dissesto». In sintesi la ditta sarebbe stata pagata dall’Osl a seconda una percentuale tra il 40 e il 60%, in base all’annualità del debito. Con la sentenza invece di oggi la ditta dovrà essere risarcita interamente dall’ex sindaco Raffaele Giardiello, poiché la stessa ha anche impugnato la via legale. La domanda è: ci sono altri casi simili? Al momento l’Osl non lo conferma ma sta avviando i dovuti accertamenti.
di Michele Intorcia