Masone: «Altro che petrolio, puntiamo sul turismo»

Il sindaco di Pietrelcina non ha dubbi su quale sia la strada per lo sviluppo

Pietrelcina.  

Su quale sia il settore su cui puntare per la crescita e lo sviluppo dell’entroterra campano, il sindaco di Pietrelcina, Domenico Masone, non ha dubbi: è il turismo. Ed è quindi un no senza se e senza ma, quello espresso dal primo cittadino pietrelcinese alla possibilità di aprire il territorio alle ricerche di idrocarburi. “La nostra posizione - ha spiegato Masone ai microfoni di Ottochannel - è di radicale contrarietà alle trivellazioni del nostro territorio. Pietrelcina è una realtà che scommette sul turismo che è la carta che deve giocare l'Italia intera: l'arte, l'amenità dei luoghi e la loro fruibilità, la gastronomia, i luoghi della spiritualità sono una risorsa che nessuno ci può togliere e sono questi i cardini su cui deve innestarsi il senso di uno sviluppo programmabile a lungo tempo. Le nostre zone sono a vocazione turistica. Pietrelcina sta scommettendo da anni su questo settore, cercando quindi di costruire un futuro per i nostri figli e per le future generazioni”. Se il turismo è il settore in cui investire nell’ottica di uno sviluppo a lungo termine, il petrolio invece potrebbe prospettare solo uno sviluppo momentaneo.?Alla caducità del progresso si aggiungerebbero peraltro gravi conseguenze per il territorio e l’ambiente.

“Ragioniamo nell'ottica economica. Ammesso e non concesso che l'estrazione del petrolio potesse produrre ricchezza - osserva il sindaco - si godrebbe di questi benefici solo per un periodo breve. Finita questa risorsa che cosa lasceremo alle prossime generazioni? Un territorio devastato, utile solo alla desertificazione. Allora dovremmo avere già da ora l’onestà di dire ai nostri figli che accettiamo queste proposte perché lo Stato ha bisogno di entrate e che a loro non resta che andare via da questo territorio. Ma a questo ovviamente non ci sto, né come sindaco né come padre. La nostra generazione ha già procurato danni irreparabili ai nostri figli.?Abbiamo trasmesso ai giovani debiti enormi, poca educazione civica, poco senso dello stato e scarso senso del dovere. Ora dobbiamo fare in modo di lavorare in modo che non ci venga rimproverato troppo dai nostri figli. E per questo che sono convinto che almeno noi dell'entroterra campano, il Sannio in particolare a cui da sempre viene riconosciuto una dignità ed un senso dell'appartenenza radicato e tenace, dobbiamo fare una scommessa, senza intestarci battaglie e primogeniture. Dobbiamo far valere la nostra idea, che non è una ideologia. E' anche una questione economica. Il turismo è un settore nel quale se si lavora nel modo giusto rende molto di più del petrolio che al contrario lascia poche risorse sul territorio e le centralizza altrove, devastando tra l'altro l’ambiente. Ogni territorio deve essere protagonista dei processi che lo riguardano o almeno coprotagonista. Se è un do ut des allora dobbiamo discutere seriamente. Ci vuole rispetto per il territorio. Non c’è spazio per contrapposizione e imposizioni”.

E sulle mancate interlocuzioni con i petrolieri interessati alle ispezioni sul territorio, Masone precisa: “Non ho motivo di ricevere i petrolieri. Non è agli locali che devono rivolgersi. Gli interlocutori istituzionali sono gli enti sovraordinati, cioè la Regione, la Provincia ed il Governo. Noi sindaci peccheremmo di protagonismo e in più non credo che i petrolieri hanno titolarità nel chiedere interlocuzioni agli enti locali”.