E’ di nuovo la famosa gara d’appalto per la fornitura dei libri per le elementari a finire al centro delle critiche sia dell’opposizione che dei genitori. Dopo una settimana dall’inizio del nuovo anno scolastico, infatti, gli studenti delle scuole elementari non hanno ancora i libri di testo, mentre in altri paesi, con il librario del posto che ordina i testi durante l’estate e i genitori che, in un secondo momento, portano le cedole, tutto sembrerebbe filare liscio; almeno, di sicuro hanno avuto i libri fin dal primo giorno di scuola, al contrario di Apice «dove – commenta Limongelli – è venuto meno il motivo per il quale l’amministrazione debba procedere con questa anomalia della gara d’appalto per la fornitura dei libri di testo e non dare la possibilità ai genitori di andare a spendere, liberamente, dove vogliono. Nel programma del gruppo Albanese, infatti, la scelta di adottare il sistema della gara d’appalto per la fornitura dei testi delle elementari è stata così motivata: “Si assicureranno fin dal primo giorno di scuola i testi per gli alunni”. E’ trascorsa una settimana e i libri ancora non arrivano. Che motivo c’è, dunque, di andare avanti con questo sistema? E’ anche lesivo per l’economia locale, le attività. Loro rispondono: “Si risparmia il 10%”, noi pensiamo che procedendo in questo modo non si dimostra affatto una certa sensibilità per il commercio del posto e soprattutto non c’è questo vantaggio nel servizio che loro hanno sempre sostenuto».
Questa procedura ha inoltre suscito, da anni, anche le reazioni di qualche commerciante locale, (intervistato, come si ricorderà, da Ottopagine) esattamente da quando il comune di Apice ha provveduto, nel 2011, ad affidare la fornitura dei libri di testo per la scuola attraverso una gara d’appalto. In quell’anno, Antonella Ferrara, proprietaria della cartolibreria Clip, ha inviato alla Procura della Repubblica denunce per ogni anno di gara d’appalto e non solo, per un totale di quattro esposti, sostenendo che si tratta di una procedura «illegittima che danneggia l’economia locale e che crea disservizi nei confronti dei genitori».
L’azione di Antonella Ferrara andò avanti: dopo le 4 denunce presentate alla Procura della Repubblica scrisse anche all’Associazione Librai Italiana ( Ali), la quale attraverso il responsabile del settore scolastico Piero Fiechter e il presidente Paolo Pisanti, sempre nel 2011, scrisse a sua volta, informato dalla commerciante, al comune di Apice, invitando l’Ente «a volere cortesemente riesaminare l’opportunità di indire gare per un prodotto per il quale le disposizioni ministeriali hanno seguito un iter ben preciso, basato sullo spirito che tende a salvaguardare anche l’economia della rete distributiva libraria, la quale garantisce il prezioso servizio di assistenza alle famiglie durante tutto l’anno favorendo l’acquisto di libri scolastici oggi, e domani l’acquisto di libri di informazione culturale in libreria. Pertanto la normativa specifica che i libri della scuola primaria vengono messi a disposizione dei singoli studenti con l’acquisizione diretta delle famiglie attraverso l’uso di specifiche cedole librarie, ribadendo quella che è una prassi ormai consolidata per consentire ai genitori di recarsi in una libreria prescelta ed effettuare il ritiro dei testi gratuiti».
Michele Intorcia