La data di consegna naturale del Castello dell’Ettore alla comunità apicese è quella del 15 novembre, anche se molto probabilmente slitterà; va tenuto conto dei due mesi di stop dei lavori a causa della mancata erogazione dalla Regione del finanziamento per il pagamento della ditta. Le trascorse elezioni hanno probabilmente mandato in tilt gli uffici. C’era da aspettarselo. E gli amministratori di Apice hanno dovuto probabilmente imboccare più volte la Napoli-Bari. Molti dei locali nel centro storico sono pronti: nel maniero normanno, nel palazzo Perriello e nell’edificio adiacente al Castello, ultimato da anni ma incustodito e già vittima di danneggiamenti agli infissi. Se i locali non vengono aperti da qualcuno tra i primi effetti c’è il formarsi di umidità, muffa è quasi scontato. Il punto è proprio la custodia e l’affidamento delle strutture. Il bando di cui parla l’amministrazione Albanese sarà aperto nei giusti tempi affinché castello e palazzi siano fruibili pochi giorni dopo la consegna? E’ di vitale importanza per la buona tenuta del centro storico. Il tandem del project financing ha tenuto incollata la popolazione, divisa tra sostenitori e non sostenitori, per un anno e mezzo: gazebo, convegni pubblici, raccolta firme. Un grande fermento senza dubbio per un naufragio da molti annunciato. Ora, invece, a pochi mesi dal risveglio di una delle belle addormentate più belle della Regione Campania, secondo lo scrittore Mocciola e non solo, (si può aggiungere anche il paesologo Franco Arminio e i numerosi registi che vi hanno fatto tappa), quell’euforia di popolo è calata e non si conosce ancora un progetto chiaro e pubblico.
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Michele Intorcia