La Provincia di Benevento ha riapprovato, ieri, il quadro economico dei lavori di manutenzione lungo le Strade provinciali ed ex Statali del Comprensorio Hinterland di Benevento per un importo complessivo di 200mila Euro. Il provvedimento adottato consiste nella rimodulazione del quadro economico già stabilito con precedenti atti e riguarda, tra l'altro, la redazione della relazione geologica per la messa in sicurezza e ripristino della viabilità della Provinciale numero 1 “Ciardielli” nel tratto in località Covini di Arpaise, interessato da un vasto movimento franoso, causa di crolli e di trascinamenti a valle.
E’ stato contattato proprio il sindaco di Arpaise, Filomena Laudato, a seguito della nuova misura della Rocca, per un evento franoso accaduto nel lontano dicembre del 2010, e per il quale «Abbiamo più volte chiesto alla Protezione civile lo stato di calamità – commenta il primo cittadino –. E per tale richiesta mi sono sentita rispondere dall’ex assessore alla Regione Campania, Edoardo Cosenza: «Sindaco ci sono i luoghi con i morti che rischiano di non avere soldi». Neanche la Provincia di Benevento, (vecchia e nuova gestione), ha pressato più di tanto. La frana di Arpaia ricorda anche la vicenda del Ponte sull’Ufita, crollato per un evento eccezionale, e per il quale anche la politica locale parlò di stato di calamità, in modo da accelerare il riprisitno di luoghi e strutture. «Mi fa piacere che la provincia di Benevento si sia mossa – riprende Laudato – però mi deve spiegare dove sta il decreto regionale per finanziare i lavori in località Covini. Si è parlato di tre milioni di euro, anche se a me sfugge totalmente la misura regionale con la quale si vogliono finanziare gli interventi. So solo che l’economia della zona interessata dalla frana è stata completamente distrutta: bar, farmacie, pompe di benzina. E’ normale, chi guida aggira l’ostacolo. Si tratta di un collegamento che interessa San Leucio, Pannarano, San Martino Valle Caudina. Ho anche inviato una lettera all’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ma è servito a ben poco».
Michele Intorcia