Gli ettari di uliveto che sovrastano i monti del Fortore, che arrivano fin giù in collina disegnano un panorama che rappresenta la storia del territorio. Ed ancora oggi ogni famiglia, ogni azienda agricola, conserva degli alberi di ulivo, spesso secolari, quasi sempre di una cultivar particolarmente apprezzata: l'ortice.
Ma oggi quell'antica tradizione vuole guardare al futuro: fare rete, per presentare oltre i confini le eccellenze agroalimentari di San Giorgio la Molara affinché proprio valorizzando questa storia sia possibile parlare di economica circolare, di sviluppo e provare a mettere fine allo “spopolamento” offrendo nuove opportunità a chi decide di restare.
Così nella splendida cornice dell'ex convento Domenicani si sono confrontati produttori ed esperti del settore nell'ambito del convegno dedicato al tema: “La filiera olivicola olearia del Fortore, opportunità e strategie”.
“Questo settore – ha spiegato il sindaco di San Giorgio la Molara, Nicola De Vizio - rappresenta per noi la storia, abbiamo un'importante produzione di Ortice, trasmessa nei secoli dai nostri nonni. Un'eccellenza che con questo percorso vogliamo portare avanti per fare in modo che, oltre alla Marchigiana, anche l'Ortice possa avere la giusta valorizzazione”.
Si punta infatti ad andare oltre “lo spopolamento, perché – spiega il primo cittadino - produrre diventa difficile e chiede grandi sacrifici, ma questa microeconomia bisogna portarla avanti, riscoprendo questo settore e favorendone la crescita. Noi ci crediamo”. Un invito rivolto ai “giovani a lavorare insieme, a fare rete, affinché non debbano più andar via”.
Da qui il confronto che ha visto la partecipazione del professor Claudio Di Vaio, docente di Arboricoltura generale ed Olivicultura - dipartimento di Agraria dell'Università degli studi di Napoli Federico II nonché dell'Università degli studi del Sannio con il Rettore, Gerardo Canfora e il professor Ettore Varricchio, docente di Biologie Applicate alle Risorse alimentari intervenuto sulla “filiera olearia e l'economia circolare”.
Una sfida possibile secondo l'esperto dell'Ateneo sannita che ha ribadito la presenza nel Fortore di “produzioni olivicole importanti oltre alla carne Marchigiana”, quindi la possibilità di creare “un'economia circolare che possa riguardare tutta la filiera”.
Un impegno per il territorio ribadito dal Rettore, Gerardo Canfora: “E' questa un'area in cui si trovano eccezionali qualità che sono legate al territorio che vanno messe in rete e vanno valorizzare”.
Come detto, infatti, si parte dalle produzioni d'eccellenza come l'ortice per “sottolinearne le caratteristiche e le peculiarità – ha spiegato Salvatore Falco, tecnologo alimentare - con l'obiettivo di valorizzare al meglio queste produzioni”.