A Puglianello riemergono i resti di un'antica chiesa

Dedicata a San Giacomo è stata individuata da Angelo Lavorgna

a puglianello riemergono i resti di un antica chiesa
Puglianello.  

L’esistenza in Puglianello di un’originaria Chiesa di San Giacomo localizzata in un sito diverso da quello in cui sorge oggi è stata da sempre patrimonio culturale della tradizione orale. Ma al di là di una notazione fatta da Monsignor Savino in occasione della Santa Visita Pastorale del 1596, in cui, senza precisarne le coordinate, ne indicava la distanza dal castello, di circa mezzo miglio, e il ruolo di parrocchia a cui aveva assolto un tempo, mai nessuno aveva trovato tracce della sua struttura.

Recentemente, dopo un’accurata quanto fortunata ricerca avviata per iniziativa del professore Angelo Michele Lavorgna nell’area maggiormente indiziata della sua presenza, sono stati rinvenuti in località Sala, lungo via Fiume, i ruderi dell’originario luogo di culto, nonché di altre costruzioni adiacenti.

I tratti di muratura che affiorano dal suolo non permettono di ricostruire l’intera planimetria della chiesa, ma raffigurano inequivocabilmente l’abside, la peculiare forma semicircolare con cui terminava la navata principale delle antiche chiese cristiane, che fuga ogni dubbio sulla reale funzione cui era destinato il manufatto. A giudicare dalla parete di fondo della struttura, quella in cui si incastona l’abside, che tra diametro del semicerchio e porzioni di muro poste lateralmente misura circa otto metri, si può senz’altro dedurre di essere di fronte ad una costruzione di notevole importanza; per quanto attiene alla tipologia della muratura, risulta evidente l’utilizzo di materiale reperito in loco o anche di reimpiego, costituito da ciottoli di fiume e scapoli di cava cementati con malta e da grossi conci squadrati posizionati agli angoli.

I resti delle altre murature che si intravedono nelle vicinanze potrebbero invece identificarsi con i locali della casa padronale, la cosiddetta Curtis, struttura tipica dell’Alto Medioevo che rappresentava il punto di aggregazione della popolazione rurale e il centro gestionale dell’economia locale; un’ipotesi avvalorata dalla denominazione del luogo del ritrovamento, ovvero il toponimo “Sala”, che secondo la storiografia medievistica stava ad indicare il luogo in cui il signore raccoglieva le derrate alimentari provenienti dai fondi di sua proprietà.

Un corollario di indizi che, se confermati da ulteriori e più approfondite indagini, potrebbero restituire la reale configurazione dell’antico “Casalis Pulianelli”: un abitato aperto con Corte, condomae e chiesa parrocchiale che nel 1151, al tempo di Ruggero II, fu tra i primi casali del tenimento di Telese ad essere elevato a feudo della contea di Caserta.

Un risultato, dunque, di grande interesse storiografico in quanto testimonierebbe, tra l’altro, che l’attuale centro abitato di Puglianello non è nato come naturale evoluzione dell’originario villaggio, che era situato in località Sala, ma come insediamento ex novo intorno ad un fortilizio, da identificare con la torre principale del castello, quella angioina, sicuramente per esigenze di sicurezza e di controllo del territorio ma anche come risposta alle problematiche di salute legate all’aria “malsana” che si respirava a ridosso del fiume, secondo quanto si apprende dalle fonti in più occasioni.

L’argomento, come si rileva dalla lettura dei reperti rinvenuti, si arricchisce di nuovi e importanti elementi di conoscenza, che saranno oggetto di riflessioni più approfondite in un libro di prossima pubblicazione dedicato alla ricostruzione del percorso storico di Puglianello, dalle origini “in finibus telesinis” all’eversione della feudalità nel 1806.