"Aggredite a Montesarchio: ci hanno scambiato per due ladre"

La testimonianza di due giovani di Santa Maria a Vico riportata sui siti casertani

Montesarchio.  

E' la classica storia che, se vera, darebbe fiato alle trombe di chi invoca - invano - di evitare il clima da "caccia alle streghe" che si registra in varie zone della provincia quando si parla di furti nelle abitazioni. Perché poi magari a soffiare sotto il fuoco della paura e della caccia al ladro "fai da te" si rischia di restare scottati. 

Parliamo del racconto - da prendere con le molle, considerando che non ci sono nomi e che riprendiamo dal sito "Noicaserta.it" (qui l'articolo completo) - di due ragazze di Santa Maria a Vico, protagoniste di una brutta avventura a Montesarchio. Arrivate in Valle Caudina e fermatesi nel piazzale del castello per scattare alcune foto, raccontano di essere state letteralmente aggredite da alcuni uomini. Inutili i tentativi di sfuggire alla presa e alla foga dei residenti, come raccontano ai colleghi casertani nella concitata lettera firmata indirizzata al portale. 

 

«Nel giro di pochi istanti i due uomini diventano 4,6,8 e ci ritroviamo accerchiate da 10-15 persone - uno dei passaggi della testimonianza web - . Un paio si avvicinano ancor più minacciosi, se mai fosse possibile, e iniziano a urlarci contro, a porci delle assurde domande su dove eravamo, da dove venivamo. Poi capii il perché: credevano di aver trovato le ladre delle loro abitazioni, credevano di aver fatto giustizia scovando le streghe cui un paese stava dando la caccia...».

Le due ragazze raccontano poi dell'intervento di un carabiniere, arrivato sul posto insieme ad una donna che potrebbe aver fatto la segnalazione sulle due "sospette". Solo dopo parecchio tempo, con una ragazza in stato di choc e in lacrime, la situazione è stata via via chiarita. Con il gruppo di persone che si è lentamente sciolto e le giovani che hanno potuto fare ritorno a casa «dopo cinque ore della mia domenica sprecate a piangere nel terrore in una strada in una strada ai piedi di una montagna [...]. La civiltà non dovrebbe essere questa, non ci si dovrebbe improvvisare giustizieri», conclude la testimonianza.