Lavori al borgo: l'Ente rischia un secondo contenzioso

Già esistono interessi legali e moratori a carico del comune di Apice

Apice.  

E’ stata prolungata di circa una settimana la data di interruzione dei lavori presso il centro storico di Apice, comunicata dalla ditta Ingg Penzi per il giorno venerdì 29 maggio, alle ore 18 e 30.

L’ufficialità della sospensione resta ancora, lo fa sapere oggi nuovamente l’Azienda.  Si andrà infatti avanti ancora per qualche giorno, per le ultime sistemazioni, posticipate a causa del maltempo e anche per l’installazione degli infissi in legno destinati al Castello dell’Ettore.

Gli infissi sono infatti pronti e saranno consegnati a metà settimana. E la ditta non può né mandarli indietro né lasciarli a terra.  Dopo l’installazione la ditta andrà via. Nel momento in cui andrà via mancherà anche la sorveglianza, che fin ora c’è stata.

Sale ulteriormente il denaro anticipato. Fin ora la ditta Penzi, come già scritto su Ottopagine, ha anticipato circa 1 milione di euro. A questo milione si sommano ulteriori 150mila euro di oggi per gli infissi.

Ci sono anche altri aspetti da sottolineare. Se non ci dovessero essere novità dalla Regione Campania in merito al finanziamento di circa 1milione e 500mila euro (di un totale di 3milioni e 200mila euro appaltati) potrebbero esserci dei problemi per il comune di Apice, sia dal punto di vista legale che moratorio.

Si perché la prima fattura emessa dalla ditta Ingg Penzi risale a dicembre. Poi ne sono state emesse altre a gennaio, febbraio, aprile e maggio. Secondo il codice degli appalti, una emissione di fattura va pagata, in questo caso dal Comune, dopo 30 giorni, derogabile in alcuni casi al massimo di 60 giorni. In questo caso siamo comunque fuori dai termini, da cui scaturisce un innalzamento dell’interesse legale di mora.

Dunque la ditta, già allo stato attuale, potrebbe chiedere gli interessi su quelle fatture, secondo il codice degli appalti.  L’Ente corre anche il rischio di un ulteriore contenzioso, il secondo dopo quello con la società consortile Il Castello, che chiede al comune di Apice il pagamento di 312mila euro, relativi al pagamento dell’atto di conciliazione del 28/12/2012 e dichiarato esecutivo in data 08/01/2013 dal Tribunale di Benevento e sul quale veniva apposta la formula esecutiva in data 28/10/2014.

La società Il Castello ha chiesto poi il pignoramento di 472mila euro attraverso il legale incaricato, l’avvocato Giuseppe Vernacchio, sempre per la somma di 312mila euro, che la ditta vanterebbe per i lavori effettuati al Castello; atto di pignoramento che interessa le somme depositate dall’Ente presso la Banca di Credito Cooperativo di San Marco dei Cavoti e del Sannio-Calvi, Società Cooperativa.

Ma, al momento, non sarebbe nelle intenzioni della ditta Penzi fare causa al comune di Apice e chiedere gli interessi.  Non bisogna però escludere l’eventualità che in futuro possa farlo. Tutto dipenderà dalla celerità con la quale verrà sbloccato il finanziamento. Un altro aspetto da chiarire.

Perché alcuni amministratori del comune di Apice hanno detto che andava tutto bene e che il centro storico sarebbe stato aperto d’estate, quando già durante l’inverno era sorto il problema del mancato pagamento delle fatture?

Sempre in questi giorni, qualcuno dell’amministrazione ha parlato di pratiche già presenti presso l’Ufficio Ragioneria della Regione Campania e relative al finanziamento, pratiche che sarebbero in dirittura d’arrivo. Ma le carte nessuno le ha viste. E tenendo conto che il problema persiste da dicembre, periodo in cui è stata emessa la prima fattura, comincia a sorgere il dubbio.

Michele Intorcia