Una delle questioni che maggiormente sta interessando l’opinione pubblica nel Fortore, è quella relativa al recupero ambientale della cava in località Macchia Calcarea a San Giorgio la Molara. Come abbiamo già riportato più volte su questa testata, lo scorso 7 Maggio, presso il Genio Civile di Benevento, si è tenuta l’ultima seduta della conferenza dei servizi riferita all’istruttoria di autorizzazione per il recupero ambientale della cava. Inutile ribadire che dall’11 Settembre dello scorso anno, quando ebbe inizio tale procedura, fino a quest’ultima seduta, le polemiche non si sono mai placate, anzi si sono infittite sempre di più. Non solo, ma alla luce degli ultimi sviluppi, addirittura il clima che si respira, nelle comunità di San Giorgio la Molara e Molinara, è pieno di sospetti e di malumori. C’è tanta rabbia mista ad una profonda frustrazione. In questi mesi sono stati elencati una serie di problemi in merito a questo intervento, ma l’impressione è che tutte le questioni poste in essere sono state artatamente inevase senza che nessuno le prendesse in considerazione. Così, in caso di decisione positiva da parte del Genio Civile, questi problemi potrebbero provocare non solo polemiche ma anche molti danni.
La questione sorgenti
Tra gli aspetti di maggior rilievo, come più volte è stato sottolineato, la presenza in località Santa Varva, nelle vicinanze della cava, precisamente a valle di questa, di tre sorgenti per la captazione di acqua che alimenta l’acquedotto del Comune di Molinara e, in parte, quello di San Giorgio la Molara ad intero consumo umano. Altra perplessità è, che lo stesso progetto, non affronta adeguatamente altri aspetti geomorfologici del sito e quindi non prevede né opere di salvaguardia della predetta falda acquifera, né il divieto di materiale da impiegarsi per il parziale riempimento dell’alveo così come previsto nel progetto. Oltretutto va detto che questo territorio ospita oltre un centinaio di aziende agricole caratterizzate soprattutto per l’allevamento di bovini marchigiani IGP, diventato un prodotto di qualità che attira anche molti consumatori da diverse parti del sud Italia.
A rafforzare questa tesi, tra l’altro, nello scorso mese di dicembre fu promossa una petizione popolare sottoscritta da oltre 800 persone tra San Giorgio la Molara e Molinara. Una petizione dove si sostenevano tutte le ragioni che abbiamo fin qui elencato.
La conferenza dei servizi della "discordia"
A questo punto c’è da dire che l’anomalia di questa conferenza dei servizi sta nel fatto che il progetto originario, già privo di numerosi elaborati, è stato (a detta dei funzionari stessi del genio civile!!!) integrato più volte dalla ditta Fratelli Miele, ma che lo stesso poi non è stato mai trasmesso alle amministrazioni partecipanti alla conferenza. L’invio di tale documentazione integrativa alle amministrazioni partecipanti era di competenza del genio civile che ha curato ed indetto la conferenza dei servizi ma, a tutt’oggi questo passaggio fondamentale non è ancora avvenuto. Nonostante questa grave anomalia, il 7 Maggio con non poca sorpresa e sconcerto da parte dei presenti visto appunto l’andamento dei lavori e della discussione in atto, c’è stata la decisione da parte dell’ente procedente, cioè il Genio Civile, di chiudere i lavori della conferenza dei servizi. È evidente che una decisione del genere ha lasciato non solo dubbi, ma anche tanto sdegno e una profonda amarezza. Non a caso, in questi giorni, anche i circoli del PD dei due Comuni interessati, attraverso un manifesto, hanno espresso tutte le loro paure e perplessità rispetto alle decisioni che a questo punto il Genio Civile può prendere.
Contro ogni aspettativa, vista la delicatezza del tema e le più volte sottolineate incongruenze e carenze del progetto, il Genio Civile ha ritenuto che sei sedute di conferenza dei servizi potevano bastare per avere un quadro chiaro della situazione e avere gli elementi necessari per giungere ad una conclusione. Un iter, questo della conferenza dei servizi, che può essere utile alla causa solo se tutti gli Enti invitati, titolati ad emettere un parere di merito, intervengono all’istruttoria. E così non è stato.
Altra cosa assurda è che gli unici due enti presenti, tra i diversi invitati, che hanno emesso anche un parere di merito, sono stati il Comune di San Giorgio la Molara e il Comune di Molinara. Le due amministrazioni si sono dichiarate contrarie ad ogni tipo di intervento. Parlando di anomalie, ad esempio, basti pensare che questo parere negativo espresso dal comune di Molinara e richiesto in sede di conferenza dei servizi è stato dato sul progetto originario agli atti dell’ente (le integrazioni non sono state mai depositate agli atti dell’Ente, quindi mai pervenute) e si basa sulla relazione istruttoria dei funzionari del Genio Civile che, con una nota del 5 Maggio scorso trasmessa ai vari Enti, evidenziavano la carenza della documentazione integrativa prodotta dalla ditta Fratelli Miele. Così come pesa molto, nel bilancio di questa conferenza, l’assenza di Enti fondamentali per il territorio, come l’Autorità di Bacino, il Corpo Forestale e la Soprintendenza. Una conferenza dei servizi su un argomento così delicato, tra l’altro con una serie di complicazioni che sono venute fuori durante l’iter procedurale, non si può chiudere con l’assenza del loro parere. Così come sono fondamentali anche i pareri di enti che stranamente sono stati invitati solo all’ultima seduta come l’ARPAC e l’ASL.
Ci sono tutti i documenti?
In ultima analisi, poi, le ulteriori modifiche apportate a questo progetto, e in ultimo anche quelle richieste dall’autorità di Bacino Liri Garigliano e Volturno, sembrano avvalorare la tesi di una carenza documentale tale da non sapere più quale sia il progetto da approvare o respingere e questo è dovuto proprio alla confusione dei lavori svolti sia in sede di istruttoria della pratica da parte del Genio Civile sia in sede di conferenza dei servizi.
Qualcuno dice che il ripristino ambientale è obbligatorio per legge. Ma in realtà non è così soprattutto quando ci sono problemi collaterali come la presenza di falde acquifere con sorgenti d’acqua che servono al consumo umano. Bastano queste cose per dire che è grave la chiusura di una conferenza senza una posizione netta. La carenza documentale, accertata nella relazione istruttoria del Genio Civile e riportata nella conferenza conclusiva, doveva portare o al respingimento in toto del progetto presentato dalla ditta Fratelli Miele o almeno ad una riconvocazione della conferenza dei servizi dopo al trasmissione delle integrazioni progettuali prodotte dalla ditta a tutti partecipanti. Alla luce di tutto questo è opportuno che il Genio Civile riveda le sue posizioni e, senza testardaggine e senza pregiudizi per il bene della salute pubblica e della popolazione, faccia vincere il buon senso negando l’autorizzazione a questo ripristino perché a quanto pare non solo non serve alla comunità, ma potrebbe essere dannoso per la salute umana e per la salvaguardia ambientale dell’intero territorio.
Giuseppe Addabbo