E' stato presentato ieri pomeriggio nella sala dell’ex Cinema Italia il progetto “Camper delle Donne” promosso da iCare Cooperativa Sociale di Comunità in partenariato con il Centro Calabrese di Solidarietà e finanziato da Fondazione Con il Sud. Un progetto ampio che rientra nelle iniziative della Casa delle Donne della diocesi di Cerreto Sannita – Telese – Sant’Agata de’Goti, Caritas e Fondazione “Villa Fiorita Ianieri – D’Ambrosio”.
Il “viaggio” del Camper delle Donne prenderà il via domani, lunedì 3 dicembre, dalle parrocchie Duomo e Annunziata di Sant’Agata de’Goti per raggiungere poi tantissime zone della diocesi.
Diverse le autorità intervenute all’evento di presentazione. Il primo cittadino di Sant’Agata de’ Goti Carmine Valentino ha ricordato come questo progetto voglia dare: “un’attenzione diversa alla violenza sulle donne. Tematica che fino ad un po’ di tempo fa veniva completamente taciuta”.
A prendere poi la parola è stata la coordinatrice del progetto, Fabiola Filippelli: “Sappiamo che è difficile denunciare e lo è ancora di più per una donna. Per questo sentiamo la necessità di fare un lavoro di prevenzione e di protezione delle vittime così da favorire l’emersione del fenomeno che esiste e non va sottovalutato”. Presenti anche i vertici dell’Arma, Alessandro Puel che ricordato come in provincia di Benevento a causa dei dissidi familiari gli in erventi nel solo 2017 siano stati circa 700; la Polizia di Stato, il direttore della Caritas don Domenico Ruggiano, don Franco Iannotta della Fondazione Ianieri – D’Ambrosio ed Antonio De Mizio dell’Ambito Sociale B03.
A concludere è stato poi don Mimmo Battaglia, vescovo diocesano, che dopo aver fatto ascoltare la canzone “In viaggio” di Fiorella Mannoia ha spiegato che il viaggio è il senso di questo camper. “Un Camper in viaggio per il territorio è, di riflesso, il segno di una Chiesa in uscita che ha il coraggio di sporcarsi le mani in nome del Vangelo. Noi sappiamo e conosciamo tante donne, loro fatiche e difficoltà ed ecco perché vogliamo andare incontro a quelle donne: al loro disagio”.
“Questo camper – ha poi aggiunto – è un modo per dire noi ci siamo e siamo qui per te, siamo qui per darti una mano e camminare insieme. È vero, sarà difficile che una donna si avvicini, ma abbiamo trovato una soluzione per poterle incontrare”.
Insomma, il camper segno importante di ascolto e accoglienza che, insieme a Casa delle Donne, diventano su questa ferita il luogo centrale dell’azione pastorale, un’azione per progettare per andare incontro a quel disagio che ricorda don Mimmo “è sommerso e ognuno deve fare la propria parte”. Un progetto di donne per le donne, dove i verbi da coniugare sono quelli dell’aiuto che diventa dialogo e quello del confronto che si trasforma in coraggio per far vivere sempre di più senso della speranza.
“Dobbiamo recuperare – ha poi concluso don Mimmo - una cultura dell’attenzione così com’è necessario recuperare e riscoprire quel valore che è la risposta ad ogni violenza: la formazione. Educare viene sempre prima di prevenire ed è un dovere di responsabilità che abbiamo rispetto a tutti; anche perché nella vita siamo sempre educatori. Ed essere responsabili vuol dire il coraggio di essere credibili. Ogni violenza, anche quella verbale, è sempre un delitto di lesa maestà e Dio si costituisce sempre parte civile”.