E’ stato necessario un anno e mezzo, ma ora sembra che qualche sindaco, in particolare il primo cittadino di Apice, Ida Albanese, abbia capito che da soli si può fare ben poco. «E’ ora di costituire un partenariato o firmare un protocollo d’intesa per il recupero dell’area archeologica di Ponte Rotto – ha commentato Albanese- insieme agli altri comuni interessati, in modo da presentare un unico progetto, con la speranza di avere più facilità di accesso ai finanziamenti pubblici». E’ una volontà che risale al settembre 2013, lanciata su Ottopagine, ma che non ha avuto ancora nessun esito e che forse, oggi, potrebbe evolversi, in quanto Ida Albanese ha assicurato: «Convocherò i sindaci e ne discuteremo». Peccato che sia stata necessaria, come sempre, quella presa di coscienza che si acquisisce solo quando si vedono le proprie idee progettuali scartate dalla Regione Campania.
Come anticipato, nel mese di settembre 2013, i sindaci dei comuni di Calvi, Apice, Bonito, Mirabella Eclano e Venticano aderirono verbalmente, nonché mossi da un certo entusiasmo, all’idea di recuperare, attraverso l’istituzione di un consorzio o un partenariato, tutta l’area storico-archeologica sulla quale è situato il Ponte Appiano, comunemente conosciuto come “Ponte Rotto”, che serviva a congiungere la via Appia con la via Ignazia, per poi spingersi verso le Puglie, da cui una millenaria direttrice di comunicazione est-ovest univa il basso Adriatico e l’Egeo settentrionale. L’area appartiene ai cinque Comuni, mentre buona parte dei resti della struttura insiste sul territorio di Apice.
I cinque sindaci di allora (Armando Rocco, Ida Albanese, Vincenzo Sirignano, Antonio Zullo e Luigi De Nisco) non si sono messi mai in contatto tra di loro per incontrarsi in un tavolo tecnico, istituzionale, o semplicemente informale, in modo da affrontare il recupero del Ponte Appiano.
Anzi, alcuni Enti sono andati per la propria strada, presentando, come quest’anno, e ancora una volta, una serie di progetti alla Regione verso i quali sono gli stessi primi cittadini ad essere ormai scettici.
Il comune di Calvi, giorni fa, ha infatti presentato un progetto per un evento artistico, sempre riguardante Ponte Rotto, da 190mila euro, e denominato Calvincanto 2015. il comune di Apice, invece, sempre diverse settimane fa, ha presentato un progetto alla Regione Campania di circa 3milioni di euro e 200mila euro per la creazione di un parco fluviale-archeologico che si sviluppa lungo il fiume Sabato fino al Ponte romano. L’anno scorso il comune di Calvi presentò invece due analoghi progetti alla Regione Campania di circa 340mila euro, al fine di promuovere la valorizzazione di monumenti storici e lo sviluppo del turismo. Il primo progetto, di 290 mila euro, denominato “Oltre i sentieri….storia natura ed integrazione” avrebbe interessato la valorizzazione dei monumenti storico-artistici. L’Ente, all’epoca, fece sapere che persistevano da diversi anni due emergenze storico-architettoniche che richiedevano tempestivi interventi: il Palazzo di Federico II di Svevia e l’antico ponte romano appiano “Pons Appiano”, meglio conosciuto come “Ponte Rotto”. Come sono andati questi progetti? Neanche un euro. Ora, sembra proprio il caso di fare squadra.
Michele Intorcia