I riti settennali di penitenza o la festa dell’Assunta richiamano un complesso cerimoniale che ogni sette anni e per la durata di sette giorni si svolgono a Guardia Sanframondi, piccolo centro collinare del Sannio beneventano, noti al grande pubblico soprattutto per i "battenti" a sangue che durante la processione conclusiva segnano il paese in una lunga fila di camici bianchi e cappucci a occhiaie.
L’istituto festivo guardiese, su quale si concentrano gli sguardi di studiosi e curiosi delle più diverse estrazioni, non può essere circoscritto alle attenzioni a cadenza settennale in quanto rappresenta un tema centrale degli intrecci seguiti dalle pratiche devozionali nella lunga e media durata. Nella scelta di continuare a parlarne si organizza, nell’Aula magna dell’Università di Cassino e del Lazio Meridionale, un tavolo di confronto, intorno al quale saranno presentati alcuneriflessioni legate, tra il molto altro, al volume di G. De Vita, R. Folcarelli, L. Iuliani, P. Papetti, M. Perfetto, ‘La croce avanti, non tengo pietà’. Il ciclo festivo settennale a Guardia Sanframondi.
I discorsi, le analisi, i confronti si svilupperanno in uno dei luoghi canonici abitati dalle ricerche scientifiche, collocato fuori dalle mura del Paese. Il seminario di studio, aperto dai saluti del Magnifico Rettore Giovanni Betta, vedrà la partecipazione, insieme a Giovanni De Vita, responsabile del gruppo di ricerca operante presso l’Ateneo cassinate, di S. E. dom Donato Ogliari, Abate ordinario di Montecassino, culla del monachesimo benedettino, e di don Alberto Coratti, Padre bibliotecario cistercense dell’Abbazia di Casamari.
Da Guardia Sanframondi arriveranno i custodi delle tre chiavi necessarie per l’apertura della teca in cui è conservata la statua della Madonna Assunta. Ciascuno di loro rappresenta, sul piano simbolico, una componente essenziale dell’istituto festivo: il Sindaco Floriano Panza, per l’Amministrazione comunale, il Decano Antonio Di Virgilio, per i Comitati rionali, e il Parroco-preposito don Giustino di Santo, per il Clero. Da ricordare, comunque, che la tripartizione è una soluzione relativamente recente e richiama, nella sua composizione, non solo il continuo rinnovamento della tradizione, ma anche l’intreccio complesso della dimensione organizzativa, cerimoniale e mitico-rituale.
Un appuntamento che vale la pena di segnalare per la concreta attualità delle questioni, che oltrepassano di molto la originalità o la singolarità con cui di norma si parla dell’evento guardiese, e per la complessità dei punti di vista, che abbracciano settori molteplici e differenti sensibilità.
Redazione Bn