Ritardi delle bollette: si minaccia ricorso alla Procura

Cittadini infuriati per l'ennesimo ritardo nella consegna delle fatture

Apice.  

«Un altro ritardo nella consegna delle bollette e faremo un esposto alla Procura della Repubblica». E’ la promessa di uno dei tanti cittadini apicesi, arrabbiato, che per l'ennesima volta, pochi giorni fa, si è visto recapitare a casa la fattura dell’energia elettrica in ritardo rispetto ai tempi dovuti, con il conseguente pagamento di una mora.

«Ogni volta che si chiedono delucidazioni in merito è sempre il solito scaricabarile – ha commentato - tra Poste Italiane e le società di acqua, luce e gas». Una seconda segnalazione giunge da un altro cittadino, che invia una foto della bolletta dell’energia elettrica con su indicata la data di scadenza: 14 aprile 2015, recapitata, invece, pochi giorni fa. Come deducibile, anche dai precedenti articoli, non si tratta di casa isolati.

Pochi mesi fa, Poste Italiane, dopo il comune di San Giorgio del Sannio, incontrò anche l’amministrazione di Apice per stringere una sorta di collaborazione in modo da risolvere la problematica legata al pagamento delle "more fastidiose” cui si faceva riferimento, piccoli interessi che i cittadini sono costretti a pagare a causa del ritardo nella consegna delle bollette. In numerosi Comuni sanniti, è questa la tesi di Poste Italiane, tra l’altro già evidenziata a San Giorgio del Sannio, i ritardi sarebbero imputabili alla mancanza di numeri civici e agli indirizzi sbagliati.

Oggi Poste Italiane sta anche rinnovando l’entourage e l’organizzazione dei portalettere, accorpando tutti i dipendenti a Benevento, rispetto a ciò che avveniva in passato, quando fino a circa un anno (periodo in cui sono cominciati i disagi) i postini partivano per la distribuzione della corrispondenza dagli stessi uffici postali dislocati nei comuni. Ad Apice i quattro portalettere assunti, per il momento, non possono prendersi ferie o malattie . Ciò può significare, probabilmente, che i nuovi arrivati hanno difficoltà nel recapitare la posta, per via dell’assenza di numeri civici in alcune zone e di indirizzi sbagliati. Fatto sta che al momento l’intesa tra il Comune di Apice e Poste Italiane, nella risoluzione del problema, non ha dato ancora i suoi frutti.

Michele Intorcia