Dugenta, gioco d'azzardo: protocollo comune e diocesi

Avviare un percorso di condivisione e collaborazione. Il progetto coinvolgerà anche Sant'Agata

I sindaci hanno accolto l’invito di del vescovo Domenico Battaglia ad istituire un tavolo permanente per monitorare e affrontare con proposte concrete il fenomeno oramai diventato patologico.

Dugenta.  

La giunta comunale, su proposta del sindaco Clemente Di Cerbo, ha approvato un protocollo d’intesa tra la diocesi di Cerreto Sannita-Sant’Agata dè Goti e i comuni che compongono la stessa diocesi.

L’obiettivo del protocollo è quello di avviare un “percorso di condivisione e collaborazione” sulle problematiche della piaga del gioco d’azzardo “che grava pesantemente su centinaia di famiglie”.

I sindaci hanno accolto l’invito di del vescovo Domenico Battaglia ad istituire un tavolo permanente per monitorare e affrontare con proposte concrete il fenomeno oramai diventato patologico.

Si pensi che nella solo Dugenta nel 2017, l’anno scorso, sono state introdotte nelle varie slot machine (video poker, ecc..) oltre un milione di euro, senza contare tutti i cittadini che si trasferiscono in altri comuni.

"Indubbiamente questo fenomeno provoca danni irrimediabili e minacciano la stabilità del nucleo familiare. Siamo convinti che le amministrazioni comunali, nell’ambito delle proprie competenze, assieme all’Ambito Sociale B4 di Cerreto Sannita devono svolgere un’azione di monitoraggio e intervenirea sostegno di queste iniziative che non più procrastinabili."

Lo stesso protocollo sarà siglato il 15 febbraio presso l’auditorium “Ilario Roatta” di Villa Fiorita anche a sant’Agata de’Goti.

“Non possiamo che condividere l’intento e i propositi del nostro Vescovo Battaglia ha dichiarato l’assessore agli Affari Generali - Politiche Sociali - Istruzione Pubblica E Privata - Pari Opportunità, Giovannina Piccoli "e siamo certi che occorra provare in ogni modo a limitare il proliferare di fenomeni, come il gioco d’azzardo, che portano inevitabilmente verso una pericolosa deriva sociale. In particolar modo, in questo periodo storico, un lungo periodo di crisi sistemica, è nostro dovere supportare le fasce più deboli della popolazione e farlo mettendo in campo adeguati strumenti di prevenzione. Come Don Mimmo stesso ha detto in diverse occasioni “bisogna essere samaritani non solo dell’ora dopo, ma anche dell’ora prima” perché “anche voi vi chinate a lenire le ferite, ma molte ferite potrebbero essere prevenute”.

 

Redazione Bn