Michele Feleppa, nonostante la calma apparente che lo contraddistingue nelle dichiarazioni e nelle espressioni, non ci sta con quello che è successo a settembre e non lo digerisce, poiché a detta dell’ex primo cittadino di Paduli, che oggi torna nuovamente a capo di una nuova lista per le amministrative del 31 maggio, «E’ caduta un’amministrazione per interessi che vanno oltre la politica e il bene comune».
Un’affermazione che porta alla mente, a tutti, i tre ex consiglieri di maggioranza, Marco Tufo, Massimo Minicozzi e Francesco Salierno (tra l'altro agenti delle forze dell'ordine), che, come si ricorderà, costituirono all’interno dell’assise un gruppo autonomo di maggioranza: motivo principale e scatenante, come un effetto domino, che portò, in seguito, al commissariamento del comune di Paduli, per il quale contribuì anche l’ex capogruppo di maggioranza Luigi Meo e ovviamente tutta l’opposizione, che colse la palla al balzo.
Dottore Feleppa, perché la sua candidatura a sindaco? «Ho accettato di ripropormi a capo di una lista dopo le pressioni degli amici, che mi hanno voluto fortemente. E’ anche un mio dovere verso la cittadinanza affinché si restituisca dignità al paese, dopo che otto consiglieri hanno fatto cadere un’amministrazione comunale senza alcuna motivazione politica, ma solo per cause che vanno oltre la politica».
Queste cause che vanno oltre la politica sono anche l’oggetto del suo esposto alla Procura? «Si. Ho denunciato la fine precoce del nostro mandato politico sulla base di cause legate più ad aspetti personali che pubblici. Io mi sono assunto tutte le responsabilità, ora sarà la Procura a decidere se indagare e approfondire». Chi ci sarà in lista con lei? «E’ ancora presto. Certamente le persone in lista con me dovranno essere persone fedeli alle Istituzioni». Cosa ne pensa invece della situazione intorno, come Nuova Paduli ad esempio? «Non ho avuto modo, ultimamente, di approfondire le altre proposte».
di Michele Intorcia