Troppo impegnato in Giunta comunale per poter andare al lavoro. Ma per il Tar si trattava invece di un caso di assenteismo. La singolare storia arriva dal Tribunale amministrativo campano che ha respinto il ricorso presentato dall'ex assessore del Comune di San Martino Sannita, Antonio Palermo, nei confronti del Ministero dell'Interno.
La vicenda nasce nel 2012 quando il compartimento regionale della Polizia ferroviaria (datore di lavoro del Palermo) emetteva nei suoi confronti un provvedimento di decurtazione dello stipendio mensile a causa di reiterate assenze in servizio nel mese di maggio. L'ex assessore aveva impugnato la misura disciplinare giudicata persecutoria e infondatamente afflittiva, chiedendone l'annullamento.
Di diverso avviso la magistratura amministrativa (Sesta sezione, presidente Umberto Maiello) che ha invece argomentato come le assenze invocate da Palermo non siano state comunicate nei termini di legge, ovvero entro tre giorni dall'assenza, ma soprattutto non sono provate da alcun documento, generando dunque il fondato sospetto che si sia trattato di un escamotage per non recarsi al lavoro. Dalla documentazione in atti si recita il verdetto emesso nei giorni scorsi dalla Sesta sezione del Tribunale amministrativo risulta smentita la circostanza relativa alla effettiva partecipazione alle sedute di Giunta, come si evince dal decreto sindacale di revoca della delega (datato 10 giugno 2013), motivato non per l'impossibilità di partecipare alle sedute per ragioni di servizio, ma per il venir meno delle condizioni di condivisione delle scelte politico-amministrative. Dal documento - conclude il Tar - si ricava che il ricorrente dal maggio 2012 non aveva più preso parte alle attività della Giunta.
Marianna D'Alessio