Airola. Di Maio agli studenti "Non chiamatemi onorevole"

Questa mattina la visita del vicepresidente della Camera. Giornata storica per il liceo "Lombardi"

Airola.  

”La cosa più importante che abbiamo nel nostro Paese è la legge”. Inizia così il suo intervento Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera dei Deputati, incontrando questa mattina i ragazzi del liceo “Lombardi” di Airola. 

Un appuntamento importante: storico per l’istituto caudino che non aveva mai ospitato nel suo teatro una carica così alta come quella ricoperta dal deputato campano eletto nel 2013 in Parlamento tra le fila del “Movimento 5 Stelle”. 

Dopo un breve tour tra le aule e i laboratori del liceo di Airola, Luigi Di Maio è salito sul palco del teatro della scuola accompagnato dalla professoressa Marilina Cirillo, dirigente del “Lombardi”, e dal docente Rosario Cerciello, già professore di Luigi Di Maio, per una lezione informale dedicata al Parlamento, alla sua funzione ed al suo funzionamento.

Per il vicepresidente della Camera quella di Airola era la 41esma scuola visitata nel corso di un progetto pensato proprio per far incontrare le scuole e l'istituzione Parlamento.

Un incontro all’insegna della multimedialità, con l’utilizzo di una applicazione per un tour virtuale del Parlamento ed un'altra, lasciata agli studenti, per monitorare l’attività parlamentare.

Tante le tematiche affrontate, dal significato della parola “onorevole” - “termine oggi caduto in disuso e comunque si dovrebbe attendere la fine del mandato prima di decidere di utilizzarlo” ha voluto precisare Di Maio - alle nuove tecnologie introdotte a Montecitorio dalle impronte digitali per evitare le furbate dei “pianisti” alla fonoregistrazione che ha rimpiazzato gli stenografi. Un intervento nel corso del quale Di Maio non ha mai citato il nome del suo movimento politico, non allontanandosi mai dal suo ruolo di vicepresidente.

Presenti in platea tra gli studenti anche l’assessore regionale Vittorio Fucci, il consigliere regionale Giulia Abbate, il sindaco di Airola Michele Napoletano, e l’ex senatore Mino Izzo. 

Vincenzo De Rosa