Il tema dell'accoglienza è naturalmente uno dei più dibattuti negli ultimi tempi. Anche nel Sannio, piccola comunità, che si è ritrovata a confrontarsi e spesso a dividersi sul fenomeno delle migrazioni.
C'è chi si batte per far comprendere l'importanza di accogliere, come la Caritas, che sta portando avanti il manifesto dei comuni dell'accoglienza, c'è chi ha una posizione più guardinga, o di chiusura.
Al secondo gruppo può essera ascritta la posizione emersa da Castelpoto, nell'incontro di questa mattina. Di immigrazione, accoglienza e Sprar hanno discusso Massimo Pacilio, Presidente del Banditore, Comitato per la difesa del paesaggio, Ingegner Pietro Di Lorenzo, Antonio Barbieri, responsabile giovani di Moiano e Marina Simeone.
Ha aperto il discorso Pacilio, fondatore di un comitato per "la difesa del territorio": "Sia SPRAR che cooperative non hanno rispettato le percentuali che la legge avrebbe previsto come giuste per l'accoglienza. Questo vuol dire che l'emergenza tenderà sempre più a soffocare i piccoli territori e a minarne seriamente le possibilità di crescita demografica e sviluppo economico".
Secondo Di Lorenzo, invece, l'immigrazione porta con sè diverse problematiche, in particolare diminuirebbe il lavoro per gli italiani: "In un momento così critico l'arrivo di immigrati in numeri esponenziali oltre che aggravare la già precaria vita sociale e lavorativa del Sannio non può fare. Le imprese barcollano e la forza lavoro viene mortificata con un ribasso degli stipendi che porta a rasentare la miseria. L'immigrato in tal senso si trasforma in sfruttato e il cittadino in emigrante alla ricerca di fortuna altrove. Dire no a questo sistema non è razzismo è politica realista e responsabile".
Ma la diminuzione dei posti di lavoro sarebbe solo parte del problema secondo un altro relatore, Barbieri, che mette in guardia sul possibile aumento della criminalità e addirittura sui rischi sanitari. Barbieri infatti ha citato "il sistema di leggi che garantiscono lo SPRAR e le cooperative e la loro vacuità nel rispondere ai bisogni del cittadino, tra cui la sicurezza, minata a livello sanitario e di criminalità".
Infine Marina Simeone che ha ribadito "disprezzo per un umanitarismo a senso unico, sempre pronto a ricorrere alla solidarietà quando c'è da fare propaganda, dimenticandosi però di essa quando si deve realmente considerare la provenienza di questi sfruttati. E' stato dimostrato da video e intercettazioni telefoniche che ci troviamo dinanzi l'ennesima tratta dei negri. Come nel seicento i territori africani sono presi d'assalto e privati di giovinezza, di futuro, di identità, in nome della corsa al mercato flessibile, competitivo, sempre alla ricerca di nuovi proletari da schiavizzare. Ora dinanzi il collasso europeo e italiano, causato da invecchiamento demografico, immigrazione programmata e incontrollata, sclerosi economica - ha chiuso Marina Simeone - possiamo chinare il capo e attendere la nostra fine oppure resistere e ribellarci".
Ultimo dato segnalato dai partecipanti: l'amministrazione comunale non ha partecipato all'iniziativa.
A Castelpoto appello della destra: Fermate la tratta dei neri
Marina Simeone: "Disprezzo per l'umanitarismo a senso unico. Eì l'ennesima tratta dei negri"
Castelpoto.