Di Marzo: «Non serve rancore per fare politica»

I chiarimenti di Gabriele Di Marzo, coordinatore provinciale vicario di Forza Italia Giovani

San Lorenzo Maggiore.  

«Ho sempre ritenuto la partecipazione politica elemento fondante e principale in un contesto di democrazia rappresentativa. Partecipazione attiva o passiva, fatta in maniera diretta o indiretta».

Così Gabriele Di Marzo, coordinatore provinciale vicario di Forza Italia Giovani precisa dopo riferimenti a mezzo stampa che lo riguardano.
«Per meglio intenderci ed essere molto più concreti, proprio Domenica scorsa, leggevo della nascita del gruppo politico ‘’San Lorenzo futuro’’. Obiettivo principale di tale aggregazione politica, che vedrebbe tra le proprie fila, e qui il condizionale è d’obbligo, ex consiglieri comunali e persone della società civile, sarebbe quello di un totale azzeramento del passato e presente politico della nostra comunità. Una sorta di bombardamento ideologico. Un’idea piuttosto originale di democrazia, come originale mi è sembrato tra l’altro l’attacco fatto al sottoscritto. Un attacco personale che ha fondamenti piuttosto allegorici. Il consenso elettorale e politico, fattore empatico ma sostanziale, è di fondamentale importanza nel sistema democratico vigente. Il gruppo politico ‘’San Lorenzo futuro’’ di cui non è dato sapere l’identità dei suoi componenti, si presenta sulla scena politica locale come ‘’entità nuova’’. Un gruppo che si presenta parlando superficialmente degli obiettivi programmatici, ma approfondendo invece l’aspetto personalistico. Si specificano, in maniera anche piuttosto chiara, le persone verso le quali si nutre un certo rancore personale. O almeno sembra essere quello il motivo scatenante dell’attacco fatto al sottoscritto e non solo. Gli ‘’scriba del futuro’’ hanno memoria corta. Dimenticano forse che il sottoscritto ha sempre cercato di dare un contributo, condivisibile o meno, mettendoci la faccia. E questo non si apprende certamente nei ‘’salotti’’ da loro citati. Una illogica strategia politica, se tale potremmo definirla, che, qualora ne avessimo la possibilità, dovremmo studiarla come caso limite. Il mio umile, pacato e gratutito consiglio, è quello di spostare l’orizzonte dal chi al cosa. Far comprendere innanzitutto chi scrive e, successivamente, anche cosa si vuole comunicare. Non è produttivo affermare unicamente contro chi si andrà, senza dire nello specifico cosa si intende fare. La politica, in un periodo di crisi economica, e’ risposta concreta, non certamente rancore e risentimento. L’odio sociale come azione politica propulsiva, non ha futuro’.