Le "Sparse carte" di Alfredo Martinelli

Presentazione del libro venerdì al complesso dei Santi Quaranta alle 19

Benevento.  

«In un mondo che scorre veloce, lentamente cammino per cogliere e narrare storie senza nomi, luoghi né tempo». E' il sottile filo rosso che lega le storie narrate in “Sparse carte”, il coinvolgente ed emozionale libro di Alfredo Martinelli, socio di Verehia e autore di testi rappresentati durante gli eventi dell'associazione culturale sannita.
Fra essi anche l'oramai nota “Il Guerriero errante”, scritta per partecipare a un evento di Verehia, in seguito divenuta opera musicale composta da “La Bottega del Tempo a Vapore” e distribuita in tutto il mondo.

 

Il libro di Martinelli sarà dunque presentato venerdì, alle 19 presso il complesso “Santi Quaranta” in via Ursus, traversa di V.le San Lorenzo, in Benevento.

L'incontro con l'autore sarà moderato da Flavio Ignelzi, curatore del progetto “Oschi Loschi”, le letture saranno interpretate da Anthonyla Bosco e la serata vedrà la rappresentazione live in versione acustica di alcuni brani dell'album “Il Guerriero errante”.
Al termine è prevista la visita al sito archeologico per diffondere il più possibile la conoscenza dei luoghi che hanno fatto la storia di Benevento.

 

Nella prefazione al libro dello scrittore e autore teatrale Antonio Mocciola si legge: Scrittore immaginifico e surreale, con lo sguardo verso il passato ed il cuore nel futuro, Alfredo Martinelli mette in ordine le sue 'sparse carte' e fa salpare il lettore verso un oceano di apparente quiete, la cui vita si cela in fondo, molto in fondo. Scrittura di colori, di elementi naturali, di sussurri, di verità invisibili, anche quando si concede spunti autobiografici (rari, ma forse più di quanti l'autore confessa). Doveva scrivere per forza, Alfredo. E sono lieto di avergli dato, ai tempi di “Scrivere a corte”, la spinta decisiva. O almeno mi illudo che sia stata io a dargliela. Prima o poi doveva accadere. Premeva dall'interno, come champagne pronto ad essere stappato. Sepolta da una coltre di timidezza e riserbo, la vis narrativa di questo cordiale, ma irrequieto, ragazzone sannita aveva tutti gli strumenti per esistere, anche prima di quel concorso letterario che ne rivelò la validità, davanti alla intellighenzia un po' snob della Napoli salottiera. In realtà la scrittura di Alfredo è aristocratica e plebea allo stesso tempo: si occupa di terra, ma è impastata di cielo. E' attraversata da una costante meraviglia. Quello che, sono certo, proverai anche tu, nell'entrare in quest'universo senza tempo e senza spazio, che difficilmente dimenticherai”.

Redazione Bn