Svelati i segreti del Chiostro di Santa Sofia

Un viaggio in un mondo affascinante, accompagnati da Elio Galasso

L’ex direttore del Museo del Sannio svolge un’interessante relazione presso l’Auser, al Viale Mellusi, nel Palazzo del Volontariato......

Benevento.  

Sulle colonne, i pulvini, le decorazioni del Chiostro di Santa Sofia si possono leggere tanti percorsi artistici, tanti simboli sacri e profani, dell’Islam e delle Crociate, dell’agricoltura e dell’amore. Un cammino affascinante tracciato nei secoli su uno dei piùimportanti monumenti di Benevento.
Così Antonio Esposito per l'Auser racconta l'affascinante viaggio nella conoscenza condotto da Elio Galasso, ex direttore del Museo del Sannio, che ha tenuto una dettagliata conferenza su “I segreti del Chiostrodi Santa Sofia”, nell’ambito degli incontri culturaliorganizzati dall’Auser, l’Associazione della Liberà Età, presieduta da Giuseppe Iodice.

“L’illustre guida, armato di slide, foto e planimetrie, ha raccontato la storia di quel luogo, che da pochi anni ha ottenuto il riconoscimento dell’Unesco come patrimonio mondiale dell’umanità. Un tempo, davanti alla chiesa, c’era addirittura un parcheggio con cento posti macchine.

La  corposa relazione di Galasso, che ha conquistato intensamente la folta platea, ha individuato la mano artistica ricorrente nella immagini scultoree, evidenziando tre figure principali: il Maestro dei Mesi, il Maestro dei Draghi e il Maestro della Cavalcata di Elefanti. Nel chiostro, voluto dall’abate Giovani IV, si seguiva la regola di San Benedetto: Ora et Labora.

La tematica agreste appare collegata al lavoro dei campi, al grano e all’uva,che si notano in molte raffigurazioni. Il centauro simboleggia la mitologia classica. “Nella quarta quadrifora-ha rilevato Galasso-compare il nudo femminile,che poi ritroveremo nella figura di Eva e nella donna che allatta il vitellino ed il serpente”.

Su un pulvino è scolpito un presepe, che potrebbe avere ispirato quello vivente di San Francesco che sarebbe passato per Benevento nel 1223. Una questione molto discussa ed ancora aperta. Il nodo che ogni tanto avvolge le colonne è un simbolo della cultura islamica. La varietà simbolistica sembra un labirinto indecifrabile, ma l’armonia e la bellezza indicano un approdo salvifico. Il meraviglioso mondo segreto del chiostro andrebbe fatto conoscere meglio ai giovani, alla città, ai turisti”. 

Redazione Bn