Ieri sera con un pubblico delle grandi occasioni, si è chiusa con la proclamazione del vincitore, il II° Simposio Internazionale di Scultura di Vitulano presso l’aula consiliare in Piazza SS. Trinità.
Il simposio, nato dalla volontà congiunta dell’amministrazione comunale di Vitulano, che ha finanziato l’intera iniziativa, e la felice intuizione di Italo Abate, presidente dell’associazione Ambiente e Cultura Mediterranea e Mariano Goglia scultore locale, è stato concepito come un viaggio nel territorio attraverso un affondo in una delle tante risorse che esso ha da offrire: il marmo.
Questa seconda edizione - dichiara il primo cittadino Raffaele Scarinzi - rappresenta l’evoluzione di una manifestazione che è prima di tutto un omaggio alla comunità, ma anche un’occasione e speranza di ridare al marmo policromo quello splendore che lo ha visto protagonista in passato in Italia e all’estero, inglobandolo in un discorso di diffusione e scenari più ampi di promozione, dandogli connotazioni diverse e usi artistici, oltre che meramente ornamentali. La serata, densa di contenuti e contaminazioni artistiche, ha visto la partecipazione di diverse personalità politiche del Sannio ed esperti del settore, e due testimonial, i pittori Aniello Saravo e Antonio Calabrese.
Il primo prolifico artista di Sant’Agata de’ Goti affiancato per l’occasione da Fernando Errico, anche messaggero di auguri di Nunzia De Girolamo, per la mostra “L’invisibile moto dell’anima” in esposizione nella sala. Il secondo Antonio Calabrese, artista vitulanese che vive e lavora a Roma e che ha inaugurato dopo le premiazioni la mostra “Vera Effigie” presso la vicina Cappella dei Nobili. Ad anticipare le premiazioni, l’accorato applauso nel ricordo dello scomparso Gianfranco Matarazzo, fondatore della galleria cittadina “GiamART” a cui sarà intitolata la locale pinacoteca e si spera di istituire un premio a lui dedicato.
A seguire una breve presentazione del libro di Italo Abate “I marmi colorati del Mediterraneo Antico”, un testo, come si è detto nelle presentazioni curate da Maria Grotta e Lucietta Cilenti, dalla grande valenza tecnico-scientifica, che si impreziosisce anche di una coerenza storica e curiosità che ne fanno un’opera completa in grado di stagliarsi sull’orizzonte vastissimo della civiltà Antica greca e romana, in sintesi, un ponte ideale tra storia antica e moderna, tra arte e lavoro, tra economia e futuro dei territori. Si è entrati nel vivo, con la presentazione degli artisti e delle loro opere e lo si è fatto attraverso la lettura di un’accurata relazione a firma del docente Giuseppe Leone, direttore artistico della manifestazione. Immortalati da foto di rito, Wenndy Lorena Sempertégui Paèz con l’opera “Despertar”, Luis Villaescusa Gonzalez con “L’ultima spinta”, Rosario Mainoni con “Il sogno della Dormiente”, Carmine Lengua con “il racconto della vita” e fuori concorso Mariano Goglia con “Miranti”. La commissione formata da Raffaele Scarinzi, Giuseppe Leone, Italo Abate, Michelangelo Mazzarelli e Lucietta Cilenti, ha ritenuto meritevoli di premialità in ex equo tutte opere in concorso e riconosciuto all’unanimità il primo premio a Wenndy Lorena Sempertégui Paèz con l’opera “Despertar” con la seguente motivazione: “l’artista è riuscita ad esprimere i segni distintivi del territorio con un’opera che rompe gli schemi tradizionali interpretando l’anima della materia. Tra commozione e applausi si è concluso un percorso, quello del Simposio di Vitulano, che ha visto impegnati gli artisti per un’intera settimana, tra polvere e sudore, ma che hanno lasciato al luogo il più bello degli arrivederci, le loro creazioni, portando con sé un ricordo indelebile.
redazione