“Storia di un Presidente che si credeva un topo” è il titolo dell’esordio narrativo del beneventano Giuseppe Tecce, imprenditore del sociale. Il 21 novembre, alle 12, la presentazione del libro attraverso un percorso esperienziale che comprende “paesaggio, cibo ed ascolto” presso la Fondazione Ciccio Romano di Benevento. Un appuntamento tra le vigne ed i noci a ridosso della valle del Sabato per parlare dei luoghi del libro e dell'importanza della bellezza nelle nostre vite.
È la storia di Andrea, Presidente di una cooperativa sociale di Benevento, la cui vita viene letteralmente sconvolta dall’arrivo del virus del Covid19. Un’esistenza che scorreva lenta, tra lavoro e rituali di una quotidianità sempre uguale a se stessa, fino a quando l’arrivo del nuovo virus non cambierà per sempre il corso della sua esistenza. Si scopre, così, un personaggio egoista ed attaccato al proprio scampolo di vita, più di quanto sia umanamente possibile, egoista a tal punto da desiderare la propria salvezza al di sopra di qualsiasi altra cosa al mondo. A tal punto da riuscire a trasformarsi in topo, con l’obiettivo di raggiungere l’ospedale Pascale di Napoli, dove, diventando topo da laboratorio, avrebbe potuto ricevere la propria dose di vaccino prima di chiunque altro, trovando, forse , la propria salvezza terrena. Comincia, allora, una seconda vita, da essere errante che, attraversando i verdi territori che lo separavano dall’agognato laboratorio di ricerca, lo mettono in contatto con una natura ancora selvaggia, popolata da animali con i quali riesce ad intavolare dialoghi al di sopra dell’immaginabile.
Dalla quarta di copertina si legge: “Andrea è lo storico Presidente di una cooperativa sociale di Benevento. La sua routine, divisa tra gli impegni lavorativi e quelli familiari, subisce una battuta d’arresto che coinvolge buona parte della popolazione terrestre: la pandemia causata dal coronavirus ridisegna le ascisse e le ordinate della quotidianità. Per Andrea è l’inizio di un forte periodo di disorientamento, poiché la sua salute è fragile e il timore del contagio lo porta all’autoreclusione, oltre i confini del lockdown. Quando cominciano a circolare le prime notizie relative a delle sperimentazioni in un istituto di Napoli, cresce in lui la speranza e in parallelo anche una consapevolezza: se fosse un topo, potrebbe avere un canale privilegiato per raggiungere il prezioso vaccino. E a desiderare troppo qualcosa, a volte, si ottengono risultati insperati.
Il romanzo “Storia di un Presidente che si credeva un topo “, che segna l’esordio letterario di Giuseppe Tecce,” è strettamente legato al nostro territorio sannita.