La rivoluzione di Franco Arminio e De Vito che suona la voce

Terza serata beneventana per il festival Riverberi

Benevento.  

Una ferita che non si è mai chiusa. Da qui Franco Arminio decide di raccontare l'ospitalità. Vista da molto lontano. Da quando “l'ospitalità” si desiderava, considerando che a partire erano gli italiani.
Storie di immigrazione, di viaggi di speranza e necessità.
Le ha ospitate, ieri sera, il festival Riverberi, ideato e diretto da Luca Aquino che, per la sua terza serata beneventana, ha disegnato, al Chiostro di Santa Sofia, un itinerario lungo un secolo. Tra musica e parole.

Le note di Pasquale Pedicini (piano, tastiere e melodica) e Sergio Casale (sax soprano, flauto ed elettronica) si sono intrecciate alle parole.
Riflessioni e poesie del paesologo di Bisaccia hanno condensato la Storia con le storie. La Storia dei dodici milioni di italiani che dal 1892 al 1954 partirono per l'America hanno sfiorato le piccole storie dei protagonisti.
L'occhio ha guardato nei 'paesi invisibili' per scorgere “la pietas” che dovrebbe esistere “per tutte le creature che abitano la terra tonda”. E' andato a Crusca dove tutti stanno al centro... “stretti ma felici”.
Ha raccontato di Mustafà di Sarajevo sepolto nel cimitero di un piccolo paese irpino, riflettendo sull'asprezza in cui “la tavola del mondo è inospitale, un dio barbaro getta i sassi dal cavalcavia”.
Ha ricondotto, poi, l'ospitalità all'amore. Ha illuminato il viaggio con un decalogo di gesti speciali.
E ha concluso che “oggi essere rivoluzionari significa togliere più che aggiungere, rallentare più che accelerare”.

La seconda parte della serata ha lasciato spazio solo alla musica. Alla voce di Maria Pia De Vito e al pianoforte di Huw Warren. La vocalist e il pianista hanno presentato il loro Dialektos, in cui si legge l'amore per le melodie e la condivisione. In cui i brani del compositore inglese incontrano la voce “suonata” dalla De Vito. Nuovo e antico si fondono tra riletture e improvvisazione. Tra brani con testi in napoletano e l'omaggio al Brasile.
Musica che ipnotizza in un concerto di immensa grandezza in cui il Chiostro di Santa Sofia è stata cornice perfetta. Effetto Riverberi assicurato.
 

Mariateresa De Lucia