Cinque mesi fa, un gruppo di giovani operatori culturali attraversava per la prima volta i corridoi della Casa Circondariale di Benevento. In quei giorni prendeva avvio un progetto finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, nello specifico dal Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale, che avrebbe dato loro modo di lavorare con un gruppo di altrettanto giovani detenuti per la preparazione di uno spettacolo, per la realizzazione di un docufilm, per la stesura di un libro e per la creazione di una piattaforma culturale online. Tematica del percorso, nella sua totalità, sarebbe stato il limite, il margine, il confine, con l' obiettivo principale di riflettere su tale concetto attraverso il teatro.
I mesi sono volati ed è arrivato il momento per gli operatori culturali dell' Associazione Culturale Motus, costantemente monitorati dalla storica compagnia teatrale beneventana Solot, e per i giovani detenuti che si sono messi in gioco e hanno partecipato alle attività previste dal progetto, di mostrare ad un pubblico esterno i risultati del cammino fatto insieme.
Il 3 giugno è stato presentato l’intero progetto “Limiti” al VI Convegno interdisciplinare organizzato dall'Università di Roma Tor Vergata, macroarea di Lettere e Filosofia, sul tema “Conflitti”, raccontando l'esperienza di questi mesi con la relazione: Limiti, confini, conflitti. L'esperienza teatrale al Carcere di Benevento. Partendo dalle tre fasi della performance teatrale di cui parla Victor Turner in Antropologia della performance: rottura, crisi e riparazione, si è andati ad analizzare la fase di crisi del laboratorio teatrale, in cui sono esplosi i conflitti individuali e collettivi dei detenuti.
L’11 giugno, nell’ambito della Social Media Week verrà presentata la piattaforma web SenzaCravatta, nella quale sarà possibile osservare il percorso di ogni detenuto, degli operatori teatrali coinvolti e seguire gli sviluppi di tutte le iniziative, anche collaterali, caratterizzanti il progetto “Limiti”, attraverso una narrazione collettiva e condivisa.
E infine andrà in scena, mercoledì 17 giugno, alle 15, presso la Casa Circondariale di Benevento, “...Come comincia una poesia”, spettacolo finale del laboratorio teatrale attualmente in essere all'interno della stessa struttura penitenziaria. Così le note di regia: “ Come comincia una poesia in un carcere? Può nascere una poesia in un carcere? O in un carcere una poesia può solo morire?
Istruzioni per l’uso del migliore dei mondi possibili: 1) immaginare uno spettacolo con scene, personaggi, storie ispirate al teatro di Viviani e alle sue suggestioni più forti, alle emozioni più veraci, al linguaggio più musicale che si possa immaginare 2) contaminare il profano con il sacro di una processione di penitenti ispirati, spiritati, tarantolati … così finti da sembrare veri 3) immaginare che tutto questo, la rappresentazione degli ultimi, dei reietti, degli emarginati, non sia una cosa seria o non troppo seria o tragica al punto da risultare visionaria come un film di Fellini o una musica di Nino Rota ….”.
Redazione