Fino alla fine, presentato a Benevento il romanzo di Mellone

Sullo sfondo della vicenda dell’Ilva di Taranto si intrecciano le storie dei protagonisti

Benevento.  

“Il carattere di moderno manifesto politico del romanzo sociale di Mellone nel quale - complice l’impegno di capostruttura Rai dell’autore - la televisione diventa un alleato ma anche un nemico nella lotta tra l’essere e l’apparire”.
E' uno dei punti evidenziati da Ida Santanelli per introdurre la presentazione, che si è tenuta a Benevento, del libro di Angelo Mellone “Fino alla Fine”, edito da Mondadori.
Un incontro al quale sono intervenuti Caio Mussolini, manager internazionale ed ex comandante della Marina Militare, Fulvio De Toma, Presidente di Confindustria Turismo e Tempo libero e Giovanni Vasso coordinatore Barbadillo.it.
Nel libro sullo sfondo della vicenda dell’Ilva di Taranto si intrecciano le storie, i tradimenti, i fallimenti dei protagonisti. Ormai cinquantenni, sono gli ex ragazzi del Fronte della Gioventù, accomunati dalla passione calcistica e dalla militanza politica. Alla fine degli anni ottanta, trasformatisi da attivisti di sezione in militanti politici, “la politica era lotta di bandiera consacrata all’incoscienza” tra dolore e nostalgia stride il confronto con la politica attuale, il racconto della sua degradazione nella nostra società liquida; i vecchi documenti politici frutto di ragionamenti lunghi e stampati con il ciclostile vengono sostituiti dalla banalizzazione dei social con la superficiale brevità di un tweet. I militanti vengono soppiantati dai follwer, i politici da mercenari senza anima e spregiudicati. Non stupisce, dunque, che una situazione complessa come quella dell’Ilva si trasformi in catastrofe in balia di classi dirigenti inadeguate, così come evidenziato da De Toma emerge l’assenza di una visione strategica di politica industriale, non solo per il passato ma anche per il futuro, poiché nessuno si è posto il problema di cosa accadrà a Taranto, dopo la chiusura dell’industria.

Sulla storia e il ruolo della città si è soffermato anche il giornalista Vasso che, nel moderare l’incontro ha saputo fare sintesi fra le molteplici letture dei relatori.
Mussolini ha portato il suo contributo alla discussione non solo per la sua esperienza manageriale internazionale ma anche nella qualità di ex Comandante della Marina Militare, proprio a Taranto, città strategica anche per la posizione del suo porto nel Mediterraneo, testimoniando il dramma dei cittadini costretti a dividersi tra promotori di diritto al lavoro e difensori del diritto alla salute, ha denunciato una politica incapace di progettare uno sviluppo innovativo, sostenibile dal punto di vista economico, sociale e ambientale. Il Mussolini 4.0 si è soffermato anche sul problema demografico è la grave emergenza italiana, meridionale, in particolare rappresentata dalla fuga dei giovani sui quali l’Italia investe in formazione per poi costringerli ad emigrare all’estero. I lavori sono stati conclusi da Mellone che, nel ripercorrere la storia dei protagonisti che parte dal suo romanzo precedente, ha evidenziato come fossero tanto uniti nell’amicizia quanto divisi dalla posizione da assumere rispetto “al Mostro di acciaio”.

Un romanzo distopico, ambientato nel 2022, con un linguaggio aderente alla realtà, conflittuale come l’amicizia che si disintegra attorno a quello che era il sogno dell’industria meridionale. L’autore, peraltro, si è dovuto limitare ad intervenire solo telefonicamente in quanto rimasto bloccato sulla Telesina, a causa di un tragico incidente stradale mortale, l’ennesimo. Ulteriore dimostrazione di come la questione meridionale, a partire dal deficit infrastrutturale, sia una questione nazionale e una priorità assoluta.