È una data che è impressa nei libri di storia e nei marmi, eppure che il 25 ottobre potesse essere un giorno da celebrare non veniva in mente a nessuno. Almeno fino a quando l’Archeoclub ha pensato di proporre l’istituzione di un giorno della memoria per i sanniti. È stata scelta questa data perché il 25 ottobre del 1860 fu istituita la provincia di Benevento. Fu un evento epocale per le nostre terre, l’inizio di un cammino segnato dalla speranza di un riscatto economico e sociale.
La storia ha poi avuto il suo sviluppo, con alti e bassi, ma di certo è nostro dovere ricordare le speranze e le prospettive per il futuro di chi ha voluto la nostra provincia. Per questo, oggi più che mai, è necessario che il 25 ottobre diventi una data simbolo dei sanniti. Una data che segna l’inizio di una storia che deve ancora continuare.
Con il patrocinio morale della Prefettura, nel salone di rappresentanza del Palazzo del Governo, si è svolto il convegno “Le radici del presente”. È stato il contributo dell’Archeoclub alla nascita di questo Giorno dei Sanniti. Dopo i saluti della prefetto vicario Ester Fedullo, e un intervento della senatrice Danila De Lucia, si è entrati nel vivo del convegno con il contributo di Giacomo de Antonellis, che ha raccontato, in maniera aneddotica e simpatica, la nascita un po’ improvvisata di una provincia che prima non esisteva, visto che Benevento era una città che apparteneva allo Stato della Chiesa.
È stata poi la volta di Giuseppe Patrevita che ha raccontato come si giunse alla decisione di costruire il Palazzo del Governo, edificio che doveva contribuire a far diventare Benevento capoluogo di una regione Sannio. L’edificio, che inizialmente ospitò l’Amministrazione Provinciale, fu inaugurato il 25 ottobre del 1910, in occasione del cinquantesimo anniversario della nascita della provincia. Questa data è quindi anche il compleanno di questo edificio, anch’esso simbolo di una stagione di ottimistico investimento sul futuro.
È stata poi la volta di Italo Iasiello che, con precisione di citazioni e di documenti, ha ricordato come si giunse a scegliere il toro quale simbolo della Provincia sannita, raccontando altresì di Giuseppe Pallante, sacerdote erudito di cose archeologiche, che deve essere considerato, a tutti gli effetti, l’autore di quello stemma.
Francesco Morante ha invece raccontato della nascita della Società Storica del Sannio, che avvenne proprio in quel salone il 20 aprile del 1922, e dei suoi infruttuosi tentativi di dare una unitarietà politica all’antico Sannio. Il disegno fu poi ripreso dai deputati all’Assemblea Costituente Giovan Battista Bosco Lucarelli e Giovanni Perlingieri, ma anche il loro tentativo fallì, sacrificato alla scelta di far nascere la regione Molise, previsto nella nuova costituzione repubblicana.
Maurizio Cimino ha parlato invece dei gladiatori sanniti, i personaggi che, oggi, più di altri, nell’immaginario collettivo, rappresentano la fierezza di quel popolo di cui siamo discendenti. Dalle ultime scoperte di Pompei fino ad una tomba di Padova, dove un bambino di tre anni fu sepolto con il suo gladiatore-giocattolo, passando ovviamente per i reperti conservati nel Museo del Sannio, Cimino ha fatto rivivere un mondo fatto di sangue e di morte, ma anche di tragiche visioni della vita.
La serata è stata chiusa da un intermezzo musicale, eseguito da un gruppo di archi composto da Giuseppe Morante, Dina Caliro, Emilio Compare, Zaira Cesare, Debora Bovino, Sara Fusco, Elena Di Meola, Paola Iannotti, Tommaso Colangelo, Irene Sarracco, che hanno eseguito un repertorio classico e moderno.