Presentato sabato a Cautano nel Sannio il romanzo di Antonio Caserta 'U Milanese, edito dalla casa editrice “Edizioni 2000diciassette di Maria Pia Selvaggio. Una presentazione organizzata dalla Pro Loco di Cautano, dal Comune e da Carmine Meoli, che ha visto la partecipazione di tantissime persone presso la sala conferenze del suggestivo Palazzo Caporaso.
Lo scrittore racconta fatti e personaggi di Cacciano, alle falde del Taburno. Alla presentazione hanno partecipato, oltre all'autore, Il vicesindaco di Cautano, Robertion Vetrone, che ha portato i saluti del primo cittadino; Antonella Zampelli, presidente della Pro Loco di Cautano – Cepino – Prata, Maria Pia Selvaggio, della casa editrice “Edizioni 2000diciassette” e Teresa Morone, Blogger ed editor. Durante la presentazione, Caserta è stato insignito anche del Premio culturale "Eupepton". Al termine dell'evento si è esibito il gruppo musicale Perrotta & Friends.
Antonio Caserta nasce nel 1975 a Benevento e fino a 20anni vive a Cacciano. Terminati gli studi all'Itis si trasferisce a Roma per studiare in un collegio dell'Opus Dei “lì creiamo – spiega – un gruppo e scriviamo poesie e racconti durante gli incontri clandestini con i compagni di corso”.
Dopo l'esperienza romana, si trasferisce definitivamente a Faenza dove lavora come manager per una multinazionale nel settore medicale. A Faenza frequenta un corso di scrittura creativa tenuto da Cristiano Cavina. Così il suo sogno di scrivere diventa realtà.
“ 'U Milanese – spiega ancora Caserta – è un personaggio reale (Nicolangelo ndr), esistente che utilizzo per raccontare una storia di migrazione al contrario. U milanese a 50 anni decide di tornare al Sud, a Cacciano, suo paese Natale. Il milanese al Sud che crea un centro di accoglienza per immigrati. Da lì gravita tutto attorno al bar...”
“Eviscerare, smontare, incasellare e interpretare il suo rigurgito di parole, la sua overdose di narrazione, quel filo sottile tra racconto e poesia, tra la devozione alla Terra natia e i ricordi di un Nord abbandonato per ritrovare se stesso”. Così Maria Pia Selvaggio nella quarta di copertina “Un viaggio lungo come un pianto. Il ritorno. Il bar, la birra, gli amici di sempre, i giochi antichi, il cielo di Cacciano, con le stelle che brillano libere, la ferma volontà di tenersi alla larga dai conformismi. Pennellate sceniche dove non manca l’ironia, la malinconia, una vita di stenti, di speranze, di risate grasse, di valori autentici. Le spalle appoggiate ad un tronco, gli occhi socchiusi al cielo, le labbra bruciate da una sigaretta… Tra un rutto ed una lacrima”... Buona lettura
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