Roberti: nessun rapporto con le mafie, così si può vincere

A Benevento la presentazione del libro di Giacomo Ciriello

Benevento.  

“La vera forza delle mafie sta fuori dalle mafie, sta in tutta quella parte di società civile che è disposta ad entrare in relazione con le mafie per motivi di affari, interesse e opportunismo”.
Parole di Franco Roberti, ex Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo e Assessore alla Sicurezza della Regione Campania, alla presentazione del libro “La Mafia si può vincere” di Giacomo Ciriello, Aragno editore.
Libro che, per Roberti dimostra che: “Quando lo Stato fa lo Stato, cioè si impegna attribuendo alla lotta alle mafie una priorità assoluta allora la mafia si può vincere. Manca ancora, invece, la cultura dell'antimafia nel corpo sociale.

“Le mafie – rincara la dose Roberti - saranno sconfitte quando si capirà che non si deve avere alcun rapporto, che il mafioso non può essere un interlocutore. Purtroppo non è ancora avvenuto. Continua la frequenza di rapporti tra mafia e società civile: con il mondo delle professioni, dell'impresa e della politica. E' questa la vera forza e il perdurante motivo delle mafie”.
E' innanzitutto un problema culturale perché se “lo Stato ha dimostrato che la mafia non è impunibile e impunita assicurando molti mafiosi alle patrie galere bisogna ancora far passare il messaggio che avere rapporti con la mafia non conviene comunque. Un messaggio, evidentemente non ancora chiaro”.

Un incontro partecipato e ricco di spunti quello per la presentazione del libro di Ciriello, promosso dall'Auser, presieduto da Adriana Pedicini e condotto da Enza Nunziato al Museo del Sannio.
“Un libro necessario in un momento in cui il tema delle mafie è centrale” secondo Giovanni Tartaglia Polcini, magistrato e consigliere giuridico al Ministero degli Esteri”.
Un libro, quello di Ciriello, nato dopo l'esperienza, tra il 2008 e il 2011, come capo della segretaria del Ministro dell'Interno Maroni.

“Parto da quegli anni – racconta l'autore - da una parte per ricostruire l'azione antimafia di quel governo (azione intensissima e con tanti successi in termini di arresti, di confische e sequestri di beni, di leggi più dure e di nuovi strumenti per la magistratura e le forze di polizia) ma anche per proporre una riflessione sulla fiducia che possiamo avere anche nelle nostre istituzioni”.

“Ho conosciuto uno Stato che come squadra ha condotto una lotta senza sosta e senza sconti contro la mafia ottenendo risultati che ci possono far guardare con fiducia al futuro, da qui il titolo e l'idea che la mafia si può vincere e quegli anni hanno dimostrato che questo risultato è alla nostra portata”.