Sabato 19 gennaio alle 16,30, presso il Museo Arcos di Benevento, si terrà il vernissage della mostra “Donne” con opere di Vishka e Amir Sabet Azar, giovani artisti iraniani. A cura del direttore artistico Ferdinando Creta, la mostra apre la programmazione 2019 del Museo della provincia di Benevento, in via di definizione. Dopo il programma di mostre e di eventi degli anni passati, rivolto a riaccendere il dibattito sui movimenti e le personalità che hanno animato il dibattito delle arti a Napoli e in Campania, nei decenni del secondo dopoguerra.
Donne rappresenta un altro tentativo di dialogo con altre culture. Vishka e Amir sono due fratelli che, al momento, assistiti dal maestro Peppe Leone e ospiti della signora Scrocco, vivono in una residenza d’artista dell’amministrazione comunale di Buonalbergo, dove sembra abbiano trovato l’habitat ideale per realizzare le loro opere. In quella Buonalbergo, dove nel secolo scorso già un’altra artista straniera (rumena) dipinse donne: Virginia Tomescu Scrocco, alla quale questa mostra, tra l’altro, vuole essere un omaggio.
Lo scorso anno hanno esposto alla Fondazione Mazzullo, nella prestigiosa sede del Palazzo dei Duchi di Santo Stefano a Taormina, per la mostra I Grandi di Persia, con la presentazione critica di Vittorio Sgarbi, e ancor prima a Padova nelle sale del Palazzo della Ragione, nell’ambito del festival Babele a Nord-Est, sempre a cura di Vittorio Sgarbi, per l’evento La condizione della donna in Iran e altrove. Continua nella mostra beneventana il tema del dialogo tra la civiltà occidentale e quella iraniana all’insegna del rispetto delle rispettive identità culturali e della difesa dei diritti della donna.
“Da bambini – racconta in una nota Vishka - dipingevamo e cercavamo di salvare i ricordi e le nostalgie con il linguaggio dei colori”, gli stessi che oggi vivono in assoluto equilibrio nella tavolozza di Vishka e Amir. Su incoraggiamento dei genitori, frequentano, giovanissimi, prima corsi di pittura e poi l’Accademia di Belle Arti.
I dipinti di Vhiska e Amir, nelle loro seduzioni evocative, si connettono alle frequenze della contemporaneità, denunciando temi come la difesa dei diritti umani e il rispetto della dignità della donna nella società globale. Come per altri artisti del Medio Oriente la scelta dell’arte figurativa scaturisce dalla necessità di incidere sulla realtà per coinvolgere l’osservatore nel processo artistico.
"Io e Amir insieme - dice Vishka – abbiamo scelto il tema della donna; tutto ciò che muove la vita è legato alla riproduzione e alla nascita, nella cultura mediorientale, alla Dea Madre, alla donna nel suo ruolo di femmina", anche se le donne che dipinge Amir sono diverse da quelle di Vishka. Mentre Amir rappresenta le donne figlie della guerra nei loro ricordi e nelle loro nostalgie, donne tristi che vivono nel passato nella speranza di un futuro, Vishka dipinge la denuncia, donne ombre nella strada, donne che hanno perso se stesse per cercare la felicità, donne che non esistono per la società, donne senza voce, femmine che, senza essere madri, hanno prestato il proprio corpo per procreare.