La giustizia funziona malissimo. Vi spiego perché VIDEO

L'ex magistrato Gherardo Colombo a Benevento racconta il suo libro agli studenti

Benevento.  

Una giustizia che va verso l'inclusione e il recupero delle persone. Che guarda al rispetto della dignità e di tutti i diritti. E' questa l'idea di Gherardo Colombo.
L'ex magistrato, uno dei protagonisti della stagione di mani pulite, ha presentato a Benevento il suo libro “La tua giustizia non è la mia. Dialogo tra due magistrati in perenne disaccordo” scritto a quattro mani con il collega Piercamillo Davigo. 
«In questo libro si delineano due approcci al tema della giustizia. Io credo che la giustizia si persegua soprattutto attraverso la formazione, quindi l'educazione e la prevenzione. Piercamillo (ndr Davigo) è molto più indirizzato verso la repressione. E quindi queste due idee si confrontano in un dibattito che mira a stimolare le persone su questo tema».

 

L'incontro, promosso dall’Ordine degli Avvocati di Benevento, dal Circolo Manfredi, dalla Lega Italiana dei Diritti dell’Uomo e dal Liceo Scientifico “Gaetano Rummo” è stato occasione per discutere di temi caldi e sempre attuali. 
Partendo dal legame tra giustizia e Costituzione, l'ex magistrato spiega che la carta fondamentale dedica grande spazio all'amministrazione della giustizia e «guarda alla giustizia intesa come valore a partire dal suo articolo base: l'articolo tre. Che riconosce la pari dignità delle persone e in conseguenza, se applicato, esclude la discriminazione basata sulle caratteristiche peculiari delle persone».

 

Un'analisi critica e spietata di un sistema che Colombo condanna senza mezze misure.
«La giustizia in Italia funziona malissimo. Ho fatto il magistrato per trentatré anni, sono entrato in magistratura nel 1974, funzionava male allora, funziona male oggi. Se guardiamo bene è così perché gli italiani farebbero fatica a tollerare una giustizia che funziona bene».


Colombo sviscera l'argomento e partendo dalla condanna all'amministrazione della giustizia con i tanti atti che finiscono in prescrizione e processi lunghissimi puntualizza: «è una giustizia che strutturalmente va a velocità diverse. Se una persona ruba un'automobile e viene colta in flagranza viene processata immediatamente. Basta che sia senza fissa dimora per scontare immediatamente la pena senza neanche che un eventuale appello possa avere qualsiasi influenza, perché la celebrazione dell'appello arriva dopo aver scontato la pena.
Mentre invece se una persona commette un crimine dei colletti bianchi, ad esempio un falso in bilancio o una corruzione, senza prova evidente rarissimamente si va in custodia cautelare. Il processo viene fatto a piede libero ed è sempre più facile che si concluda con una prescrizione piuttosto che con la sua soluzione naturale cioè una condanna o una assoluzione».

 

Insomma l'occasione per una riflessione a tutto tondo su uno dei temi più scottanti della società civile italiana. 
Al tavolo con Gherardo Colombo la dirigente scolastica del “Rummo” Teresa Marchese, il Giudice del Tribunale di Benevento Gerardo Giuliano, il Consigliere dell’Ordine degli Avvocati e rappresentante del Circolo Manfredi Francesco Del Grosso, e il Segretario della Lidu Giuseppe Di Gioia. A coordinare i lavori la giornalista Enza Nunziato.

 

Mariateresa De Lucia