Morta dopo intervento colecisti, imputazione coatta per medico

Si tratta di un chirurgo del Fatebenefratelli di Napoli. La vittima è una paziente di Dugenta

Dugenta.  

La Procura di Napoli aveva proposto due volte l'archiviazione, ma in entrambe aveva incrociato l'opposizione delle parti offese. Che, rappresentate dall'avvocato Danilo Riccio, hanno visto ora accolte le loro ragioni. Perchè il gip del Tribunale partenopeo ha disposto l'imputazione coatta, ordinando al Pm di procedere nei confronti del chirurgo del Fatebenefratelli di Napoli chiamato in causa dall'inchiesta sulla morte di una donna di Dugenta, avvenuta il 28 gennaio 2014 dopo una colecistectomia laparoscopica. Secondo una prima ricostruzione, dopo essere stata ricoverata a Sant'Agata dei Goti, la paziente era tornata a casa con la necessità di doversi sottoporre ad un intervento alla colecisti. La scelta era caduta sul Fatebenefratelli del capoluogo campano, per la presenza di un medico che i familiari conoscevano.

Operazione eseguita, poi il tragico epilogo e la decisione dei figli di rivolgersi alla magistratura per far luce sulla vicenda. A distanza di circa un anno la Procura aveva chiesto di archiviare l'inchiesta, ma il gip, dinanzi al quale era stata fissata una camera di consiglio dopo l'opposizione delle parti offese, aveva stabilito un supplemento dell'attività investigativa. Nuove indagini, dunque, all'esito delle quali la Procura aveva reiterato la sua intenzione di scrivere la parola fine sulla storia.

Di diverso avviso, però, il gip, secondo il quale,“al di là delle conclusioni cui è pervenuto il Ct del P.M., la lettura della relazione non smentisce gli assunti accusatori articolati dalla difesa della persona offesa”. Ecco perchè è necessaria la prosecuzione del giudizio, “non potendosi escludere, con il grado di probabilità necessario, il nesso causale tra la condotta del sanitario e l’evento lesivo denunciato, né che l’evento medesimo sia causalmente riconducibile ad una condotta colposa”.

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