La convocazione è per domani, a Roma. Le parti sono state avvisate in vista dell'appuntamento con i carabinieri del Ris, che procederanno ad una serie di accertamenti tecnici, anche irripetibili. A cominciare dalla ricerca di possibili tracce di alghicida sugli abiti di Daniel, 21 anni, rumeno, uno degli indagati – l'altro è la sorella Cristina, 29 anni – per la tragica fine della bimba di nove anni, loro connazionale, trovata senza vita lo scorso 19 giugno nella piscina di un casale a San Salvatore Telesino. Nel mirino, dunque, l'eventuale presenza sugli indumenti del giovane di residui di una sostanza chimica che, usata per distruggere e impedire lo sviluppo delle alghe, contribuisce con il cloro a mantenere pulita l'acqua delle piscine. Come quella di San Salvatore, dove il composto potrebbe essere stato versato nella vasca nelle ore precedenti la scoperta del dramma.
Materia per esperti, per gente allenata a battere il campo delle investigazioni scientifiche. Di qui il ricorso a consulenti. Ne hanno un paio i genitori di Maria, rappresentati dall'avvocato Fabrizio Gallo. Mentre gli avvocati Giuseppe Maturo e Salvatore Verrillo, difensori di Daniel e Cristina, potrebbero avvalersi della criminologa Ursula Franco, molto nota a livello nazionale per aver seguito alcuni casi che hanno dominato, e continuano a farlo, le cronache: tra i tanti, quelli di Elena Ceste e Roberta Ragusa.
E' la novità che emerge dall'inchiesta che Procura e carabinieri stanno conducendo per omicidio e violenza sessuale. Un lavoro non semplice che, in attesa degli sviluppi, sembra aver chiarito una circostanza rimbalzata all'attenzione dell'opinione pubblica nei giorni scorsi. E' relativa alla presenza nei pressi delle giostre, la sera del 18 giugno, di due -tre giovani che il papà della piccola sosteneva di aver notato. Si tratterebbe di persone non di nazionalità rumena, come era stato prospettato, ma della provincia di Caserta, che sarebbero risultate del tutto estranee all'agghiacciante vicenda.
Esp