Bocche cucite tra gli inquirenti, impossibile una verifica ufficiale. Ma le indiscrezioni circolate sono diventate sempre più insistenti in queste ore. Parlano di una persona che nella tardissima serata di ieri sarebbe stata prelevata dalla sua abitazione e condotta in caserma, a Cerreto Sannita, per essere ascoltata a lungo. Un giovane – chissà se già sposato o soltanto fidanzato- che avrebbe cercato di nascondere il volto contro il rischio di eventuali immagini, al quale sarebbero state poste una serie di domande nelle indagini che il Procuratore reggente Giovanni Conzo ed il sostituto Maria Scamarcio stanno conducendo sulla terribile fine toccata a Maria, la bimba di neanche 10 anni, di San Salvatore Telesino, violentata ed uccisa.
Un'inchiesta nella quale, allo stato, è indagato solo un 21enne (difeso dall'avvocato Giuseppe Maturo) che continua a respingere i sospetti sul suo conto, ma che sembra destinata ad allargarsi. Senza pause il lavoro degli investigatori: in attesa dei risultati dei rilievi scientifici, che non si sono certo esauriti, e delle prime indicazioni medico-legali, continuano a cercare ogni minimo elemento che risulti utile ad illuminare in modo compiuto uno sfondo nel quale non mancano le ombre.
Il puzzle da comporre è tra i più complicati, ogni mossa viene attentameente valutata per evitare che diventi controproducente rispetto all'obiettivo. Mettere al posto giusto tutti i tasselli di una risposta che deve circoscrivere ruoli e responsabiltà in una storia dominata dall'orrore. Costata la vita alla piccola, l'unica figlia di una coppia rumena. Loro, i genitori – lui operaio, lei badante-, chiedono giustizia. Assistiti dall'avvocato Michele D'Occhio, in giornata sostituito con l'avvocato Fabrizio Gallo, vogliono capire chi abbia scritto la parola fine sull'esistenza di Maria.
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