E' accusato di omicidio, ma ha dato il consenso alla donazione degli organi

Benevento. Corte di assise, il delitto di un 46enne a Grottaminarda. Imputato Angelo Girolamo

e accusato di omicidio ma ha dato il consenso alla donazione degli organi
Benevento.  

Ha ceduto tutti i suoi beni per risarcire i familiari della vittima – un notaio è stato autorizzato ad incontrarlo in carcere per la procura speciale-, i suoi legali hanno dato il via libera all'acquisizione dei verbali d'indagine, producendo anche una dichiarazione relativa al consenso dato dal loro assistito, in caso di morte, alla donazione degli organi.

L'obiettivo sembra evidente: cercare di ottenere ogni attenuante possibile ad evitare l'ergastolo, anche attraverso la definizione della sua sensibilità su temi di interesse collettivo, per Angelo Girolamo (avvocati Giuseppe Romano e Carmine Monaco), il 45enne autotrasportatore di Grottaminarda accusato del delitto, aggravato dalla premeditazione, di Ivan Kandsedal, 46 anni, origini ucraine, ucciso a colpi di pistola nel centro irpino il 14 ottobre 2023.

La Corte di assise di Benevento (presidente Pezza, a latere Murgo più la giuria popolare) ha fissato il calendario delle prossime udienze: 11 marzo, con l'esame o le dichiarazioni dell'imputato e, se il pm Flavia Felaco riterrà di fargli delle domande, l'escussione di un consulente della difesa che non ha ancora depositato le sue conclusioni, e 13 maggio, per la discussione e la sentenza.

Tutto era accaduto in via Veneto, dove l'uomo aveva fatto fuoco quattro volte contro lil 46enne con una pistola a tamburo calibro 7.65 comprata circa un anno prima. Soccorso, il malcapitato era deceduto mentre un'ambulanza lo stava trasportando in ospedale.

Fermato dai carabinieri, Girolamo si era avvalso della facoltà di non rispondere al Pm, mentre lo aveva fatto al cospetto del Gip durante l'udienza di convalida, quando aveva offerto la sua versione. Sostenendo di aver acquistato l'arma per difesa personale, perchè da tempo, dopo una lite avvenuta anni prima dinanzi ad una sala giochi, viveva in una condizione di paura e soggezione per gli atteggiamenti che a suo dire, Ivan aveva nei suoi confronti. Per i familiari del 46enne, parti civili, l'avvocato Lorenzo Assanti.