Un'assoluzione, ventuno rinvii a giudizio (oltre alla Gesesa), il no ad un patteggiamento ed una serie di prescrizioni che hanno comportato la definitiva uscita di scena di cinque imputati. Si è chiusa così l'udienza preliminare dinanzi al gup Roberto Nuzzo per le ventotto persone coinvoltea vario titolo nei due tronconi dell'inchiesta dei carabinieri del Noe sull'inquinamento dei fiumi e sull'affidamento alla Gesesa, da parte del Comune di Benevento, della gestione del Servizio idrico integrato. Nel mirino degli inquirenti, amministratori, dirigenti e tecnici comunali, amministratori, dirigenti e dipendenti della Gesesa, titolari e operai di società, titolari e addetti di laboratori di analisi, tecnici Arpac e privati.
L'assoluzione perchè il fatto non costituisce reato è stata stabilita per il sindaco di Vitulano, Raffaele Scarinzi (avvocato Dario Vannetiello), che ha scelto di essere giudicato con rito abbreviato – è la seconda volta che lo fa, con l'identico risultato, nel giro di qualche mese-, chiamato in causa per falso, con un tecnico comunale ed un funzionario della Gesesa, perchè nel marzo 2019 avrebbe firmato un'autorizzazione provvisoria allo scarico dell'impianto di depurazione retrodata al 25 gennaio 2019, evitando alle Gesesa una sanzione amministrativa perchè l'autorizzazione era già scaduta. Un addebito che Scarinzi aveva sempre respinto, per il quale il pm Maria Colucci aveva chiesto la sua condanna ad 8 mesi.
Dovranno affrontare il procsso, che partirà il 22 maggio 2025, Giorgia Dora Amato, di Benevento, Domenico Bernardo, di Sant'Agata dei Goti, Rosanna Cocozza, di Benevento, Giovanni Colucci, commissario straordinario dell'Ato Calore-Irpino e dall'ottobre del 2018,. Vincenzo Maria Falcione, della provincia di Isernia, Piero Ferrari, di Roma, fino al gennaio 2019 amministratore delegato di Gesesa, Carlo Alberto Iannace, di San Leucio del Sannio, Gianluca Luciani, di Pietrelcina, Claudio Maraschiello, di Benevento, Antonio Mazza, di Benevento, Michele Mazzarelli,di Faicchio, Giuseppe Melillo, di Vitulano, Massimo Messere, di Paduli, Oreste Montano, ingegnere,Antonio Pisanti, di Maddaloni, Anna Pontillo, di Calitri, Piero Porcaro, di Ceppaloni, Giovanni Rossi, di Venafro, Giovanni Ruggieri, di Castelvenere, Giovanni Tretola, di Sant'Angelo a Cupolo, Pasquale Schiavo, responsabile servizio manutenzione della Gesesa, e Gesesa spa, difesi dagli avvocati Andrea De Sanctis, Emanuela Serrato, Raffaele Tecce, Giovanbattista Colucci, Vincenzo Regardi, Alfredo Scialò, Umberto Del Basso De Caro, Salvatore Rubinetti, Antonio Lonardo, Grazia Luongo, Bruno Botti, Federica Ventorino, Maria Carla Pagnotta e Riccardo Olivo.
Il giudice ha respinto il patteggiamento a 2 anni di Francesco De Laurentiis (avvocati Angelo Leone e De Sanctis), di Benevento, funzionario della Gesesa. InquiNon doversi procedere, per l'intervenuta prescrizione di 12 imputazioni, nei confronti di Amato, Ferrari, De Laurentiis, Mazzarelli, Mazza, Tretola, Falcione e Luciani.
Prescrizione anche per Gelsomino De Angelis, di Ponte, Antonio Di Rubbo, di Benevento, Mario Lepore, di Benevento, del tutto fuori dal processo. Stessa sorte, con un non luogo a procedere perchè l'abuso d'ufficio non è più previsto dalla legge come reato, per Giovanni Quarantiello (avvocato Luigi Bocchino), capogruppo in consiglio comunale di una delle liste a supporto del sindaco Mastella, primo firmatario di un emendamento sottoscritto anche da altri rappresentanti dell'assise, e Giovanni Moriello (avvocato Marcello D'Auria), geologo.
L'abuso d'ufficio era addebitato anche a Ferrari, Colucci, Montano e Schiavo, anche per loro il proscioglimento.
Impegnati nella difesa anche gli avvocati Beatrice Ucci, Umberto De Falco, Federica Ventorino, Viviana Olivieri, Luigi Romano, Ettore Marcarelli, Fabio Russo, Daniele Bonavita, Antonio Nobile.
Il primo troncone dell'indagine riguarda la gestione operativa degli impianti da parte delle Gesesa, gli esami effettuati sui campioni delle acque di scarico, ritenuti solo “documentalmente conformi” ai parametri di legge”. Una situazione che avrebbe provocato il peggioramento dello stato di salute dei corsi d'acqua. L'altro versante è invece relativo all'individuazione della Gesesa come gestore del Servizio idrico integrato. Un'iniziativa ritenuta illegittima dagli inquirenti, secondo i quali l'affidamento sarebbe dovuto andare solo a società interamente pubbliche.
Parti civili i Comuni di Ponte e Moiano, con gli avvocati Vincenzo Sguera e Nunzia Meccariello, e l'associazione Codici - livello nazionale e campano-, con gli avvocati Ivano Giacomelli e Giuseppe Ambrosio.