Fissato dal gip Maria Di Carlo, su richiesta del pm Chiara Maria Marcaccio, il giudizio immediato – inizierà l'11 febbraio 2025 dinanzi al primo collegio del Tribunale, a carico di Giovanni Vetrone (avvocati Nico Salomone e Bendetta Masone), 60 anni, all'epoca dei fatti cardiologo del Fatebenefratelli , e Antonio Zito (avvocati Umberto Del Basso De Caro e Pietrantonio De Nuzzo), 58 anni, di Pulsano, un viceprocuratore onorario che era in servizio a Lecce, che dal 24 settembre erano passati dai domiciliari, ai quali si trovavano, al carcere in un supplemento dell'indagine della guardia di finanza sulle presunte molestie sessuali di cui sarebbero rimaste vittime alcune pazienti del medico durante le visite nell'ambulatorio ospedaliero alla presenza di Zito, che si sarebbe presentato come un suo assistente.
Per loro le accusedi violenza sessuale di gruppo aggravata dalla circostanza di esser stata realizzata da un pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni; di esercizio abusivo della professione medica e di interferenze illecite nella vita privata.
Come si ricorderà, Vetrone e Zito erano stati colpiti a giugno da una ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari che era stata eseguita dopo che la Cassazione aveva dichiarato inammissibile il ricorso dei difensori contro la decisione con la quale il Riesame aveva accolto l'appello del Pm contro il no del Gip all'adozione della misura.
In particolare, la Suprema Corte aveva annullato con rinvio l'ordinanza del Riesame per alcuni addebiti (esercizio abusivo della professione medica, interferenze illecite nella vita privata e diffusione illecita di immagini e video aventi contenuto sessualmente esplicito realizzate da pubblico ufficiale) ed aveva confermato il resto del procedimento per la presunta violenza.
Nel mirino degli inquirenti le presunte condotte che avrebbero mantenuto in un ambulatorio dell'ospedale, dove avrebbero compiuto atti sessuali ai danni di alcune donne che sarebbero state palpeggiate dal medico e da Zito. Scene che un telefonino piazzato sotto la scrivania avrebbe ripreso. Una circostanza saltata fuori quando nello scorso febbraio una 60enne telesina si era rivolta all'avvocato Antonio Leone dopo essere stata ascoltata dalla guardia di finanza, che le aveva mostrato le immagini, registrate da un cellulare, poi sequestrato, della visita cardiologica alla quale si era sottoposta nel novembre 2021 al Fatebenafratelli.
Lei era rimasta di stucco dinanzi a quei fotogrammi, a quelle scene immortalate alla presenza di un'altra persona che credeva fosse un medico. Venticinque le parti offese, assiste, oltre che dall'avvocato Leone, dall'avvocato Alboino Greco.