Era accusata di aver raggirato due persone, facendosi consegnare somme di denaro dopo aver fatto credere alle stesse che avrebbe risolto alcune controversie di natura giudiziaria, spacciandosi, in un caso, per una appartenente ai servizi segreti. Due truffe (e l'appropriazione indebita di un cellulare) dalle quali R. M., 45 anni, di Benevento, è stata assolta perchè il fatto non sussiste. Lo ha sentenziato il giudice Telaro al termine di un processo centrato su fatti che si sarebbero verificati nel 2020 a Carife, un centro della provincia di Avellino.
Secondo gli inquirenti, l'imputata, difesa dall'avvocato Antonio Leone, avrebbe approfittato del rapporto di amicizia con una donna e l'avrebbe indotta in errore, incassando la somma di 3500 euro. Dopo aver saputo che la malcapitata era impegnata in un contenzioso con l'ex marito, le avrebbe detto di poterlo risolvere grazie alle sua amicizie importanti, e che avrebbe potuto far sparire, perchè conosceva un cancelliere del Tribunale, le prove utilizzate contro di lei.
A distanza di un paio di mesi, millantando di far parte dei servizi segreti, avrebbe sostenuto di sapere quale fosse la banca tedesca nella quale l'ex coniuge custodiva il suo denaro dopo averlo fatto sparire per non dividerlo con lei. Non è finita: nel mirino sarebbe finito un uomo che abitava in un appartamento della madre, indicato come il responsabile della registrazione di immagini e conversazioni che sarebbero state adoperate contro la vittima.
Lo stesso 'schema' sarebbe poi stato ripetuto ai danni di un 60enne al quale avrebbe spillato 1700 euro, promettendogli che avrebbe spazzato via i problemi che lui, con vecchi precedenti penali, aveva rispetto ad una divisione ereditaria