Tentata estorsione camorristica, arresto cassato definitivamente: libero 56enne

La decisione del Riesame per Raffaele Abate, 56 anni, di Pannarano, che era in carcere da luglio

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Pannarano.  

AGGIORNAMENTO 17 DICEMBRE

Scarcerato Raffaele Abate (avvocati Valeria Verrusio e Francesco Pagnozzi), 56 anni, di Pannarano, già noto alle forze dell'ordine, al quale a luglio era stata contestata una tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso di cui sarebbe stato il mandante. E' quanto stabilito dal Riesame che, chiamato a pronunciarsi dopo la decisione con la quale la Cassazione, otto giorni fa, aveva annullato, con rinvio, l'ordinanza di custodia cautelare, ha definitivamente cassato il provvedimento restrittivo, accogliendo le argomentazioni della difesa, che aveva messo nel mirino la valutazione, ritenuta erronea, sia da parte del Gip di Napoli, sia dello stesso Riesame - una diversa sezione -, delle dichiarazioni accusatorie rese nel corso delle indagini da un 49enne di Pannarano, anch'egli già noto alle forze dell'ordine, che era stato arrestato a febbraio.

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Annullata dalla Cassazione, che ha rinviato gli atti ad una nuova valutazione del Riesame, l'ordinanza di custodia cautelare in carcere con la quale, su richiesta della Dda, i carabinieri avevano arrestato, il 30 luglio, Raffaele Abate (avvocati Valeria Verrusio e Francesco Pagnozzi), 56 anni, di Pannarano, già noto alle forze dell'ordine, al quale era stata contestata una tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso di cui sarebbe stato il mandante.

Accolto, dunque, il ricorso della difesa, che aveva messo nel mirino la valutazione, ritenuta erronea, sia da parte del Gip di Napoli, sia del Riesame, delle dichiarazioni accusatorie rese nel corso delle indagini da un 49enne di Pannarano, anch'egli già noto alle forze dell'ordine, che era stato arrestato a febbraio. Dichiarazioni che ora dovranno essere vagliate da una diversa sezione dello stesso Riesame, che dovrà esprimersi sulla gravità indiziaria. La vicenda è nota, l'inchiesta era stata avviata dopo la denuncia del titolare di un’impresa edile  casertana impegnata nei lavori di rigenerazione ed adeguamento dell’impianto sportivo di Pannarano, appaltati dal Comune per un valore di circa 700mila euro.

L'imprenditore aveva raccontato di essere stato minacciato  anche con l’uso di una pistola che gli era stata puntata contro. Lo avevano fatto "più persone" che si  erano presentate "in occasioni diverse" nel cantiere,  intimidandogli  il pagamento di "una somma non meglio specificata". "Dovete mettervi a posto, altrimenti non andrete più via da Pannarano”,  gli avrebbero detto , "utilizzando una chiara metodologia di tipo mafioso".

Il 49enne sarebbe stato  identificato come colui che per primo, "a volto scoperto", lo avrebbe avvicinato  con il presunto  "tentativo di coartare la sua volontà"  e di costringerlo  a sborsare i soldi- l'importo doveva essere concordato durante un incontro in un bar -    se avesse voluto continuare i lavori, che l'imprenditore aveva poi abbandonato.