Era un medico di Cautano. Il suo cuore aveva smesso di battere per sempre il 22 marzo 2023, pochi giorni prima dei 70 anni, per una infezione generalizzata che sarebbe stata scatenata da cinque ascessi dentali. Un dramma sul quale aveva aperto una inchiesta la Procura di Napoli che, dopo aver escluso la responsabilità dei sanitari del Cardarelli, dove il professionista era deceduto, aveva trasmesso gli atti alla Procura di Benevento, che ha chiesto, attraverso il sostituto Stefania Bianco, il rinvio a giudizio di cinque dottori del San Pio ai quali vengono contestate, a vario titolo, presunte condotte di negligenza, imperizia ed imprudenza: Roberto Pocino, Francesco De Giulio, Cosimo Mazzone, Arturo Lamparelli, Luca Crisci e Rosaria Tramontano, difesi dagli avvocati Mario Chiusolo, Sergio Rando, Raffele Scarinzi, Vincenzo Sguera, Gianna Posillico.
L'udienza preliminare doveva svolgersi questa mattina, ma è slittata, per difetti di notifiche, al 5 marzo, quando il gup Loredana Camerlengo dovrà decidere se fissare il processo o dichiarare il non luogo a procedere.
Ad innescare l'indagine era stata la denuncia dei familiari della vittima, assistiti dall'avvocato Angelo Leone. Secondo una prima ricostruzione, poiché accusava dolori ai molari di destra, il malcapitato era stato visitato al San Pio, dove gli era stato diagnosticato un ascesso dentale per il quale gli era stata prescritta una terapia antibiotica. Inoltre, gli era stata ordinata una ortopantomografia che aveva restituito la presenza non di uno, ma di cinque ascessi dentali.
Nonostante la cura, il gonfiore era aumentato, ecco perchè il paziente aveva raggiunto il pronto soccorso del San Pio: era stato ricoverato e operato il 28 marzo. Le sue condizioni non sarebbero però migliorate, al punto da indurlo, il giorno dopo, a firmare le proprie dimissioni. Era rientrato a casa, dove era però rimasto poco perchè il 30 marzo era stato costretto a tornare in ospedale. Il 5 aprile una nuova operazione, poi, visto lo stato nel quale si trovava, probabilmente, per il propagarsi dell'infezione, il trasferimento, nella notte tra il 7 e l'8 aprile, al Cardarelli di Napoli. Era stato subito operato, poi era passato in rianimazione, dove era rimasto fino al momento del decesso.