L'hanno trovata senza vita ai piedi di un ponte, già tragicamente noto, dal quale era precipitata. Un volo nel vuoto di cinquanta metri, per recuperarne il corpo i vigili del fuoco di Bonea e del Nucleo Saf si sono calati con le funi e l'hanno tirata via da quel posto orribile. Un'operazione penosa conclusa intorno alle 2, che ha restituito l'ennesimo dramma, a Sant'Agata dei Goti.
Un gesto terribile, l'ipotesi più accreditata. L'avrebbe compiuto una 44enne di Airola che da alcune ore non aveva più dato sue notizie. Si era allontanata a bordo di una Mercedes, sembrava sparita nel nulla. Una notizia rimbalzata sui social con un appello, una richiesta di aiuto. Quello che è probabilmente mancato anche in questa occasione per una mamma che ha lasciato soli i suoi figli.
Non è la prima volta che capita e, purtroppo, non sarà l'ultima. Ma, al di là del dato emozionale che è fortissimo quando una esistenza si spegne con simile modalità, il resto è ritualità. Vero: si tratta di scelte individuali, devastanti, che interrogano però le nostre coscienze ormai assuefatte. Chiamano in causa la forza di reazione di una comunità e delle sue reti protettive, rimandano alla necessità di cogliere e capire in tempo i segni del disagio.
Ce n'è tantissimo in giro, ma facciamo finta, immersi nei problemi che non mancano, che quasi non esista, e che comunque ci sarà sempre qualcun altro che se ne occuperà, non noi che abbiamo tanto da fare. Non è così, e quando realizziamo che a vincere è stata l'indifferenza, ormai è troppo tardi. E a quel punto, diventiamo soltanto testimoni di una incapacità collettiva.